martedì, Luglio 22, 2025
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Così funzionava il ‘sistema delle mazzette’ sui rifiuti a Marano, chiesti gli arresti di imprenditori e faccendieri

L’inchiesta sui rifiuti che ha scatenato un terremoto a Marano e Giugliano è scaturita dall’indagine che i magistrati della DDA, nel 2021, avevano avviato sulle presunte infiltrazioni della camorra nell’amministrazione comunale maranese guidata dall’ex sindaco Rodolfo Visconti.  Al centro dell’inchiesta ‘monnezzopoli’ c’è la BeMa, società che si occupava del recupero e del riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, amministrata di fatto da Michele Oliviero. Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui “a mettere in campo le vicende corruttive e la distorsione delle procedure di aggiudicazione di diversi appalti”.

Il ‘sistema Marano’ si sarebbe strutturato attraverso presunti pagamenti illeciti all’ex sindaco Visconti e all’ex assessore Paolo Castrese D’Alterio. Dunque secondo la Procura di Napoli nord i due ex politici avrebbero ricevuto tangenti per favorire la BeMa e la Inchem nell’aggiudicazione delle gare d’appalto. Nella fase funzionale i membri della giunta avrebbero ricevuto l’aiuto del sorvegliante comunale Domenico Abbatiello e dell’autista dipendete della Tekra Antonio Tamburelli.

I protagonisti del Sistema

Secondo gli inquirenti i veri protagonisti del sistema mazzette sarebbero stati il Direttore tecnico dei cantieri della Teknoservice, Giuseppe Spacone, il dipendente della Raccolio Giuseppe Magno, Oliviero e il legale rappresentare Andrea Guardagno della BeMa. Coinvolti anche gli esponenti della società Inchem, Raffaele Schettino e Vincenzo Alfano, rispettivamente amministratore e dipendente.

Dunque il meccanismo corruttivo si sarebbe snodato grazie al ruolo dei facilitatori Magno e Spacone. Gli indagati “avrebbero pilotato gli appalti pubblici dei servizi e il conferimento dei rifiuti. Ci sarebbero stati sistematici accordi di natura corruttiva che avrebbero previsto, come tornaconto, il pagamento di tangenti di denaro agli imprenditori beneficiari delle commesse ai pubblici ufficiali D’Alterio e Visconti, ciò anche attraverso l’intermediazione degli esperti faccendieri“.

I rifiuti fantasma

Con le stesse modalità gli indagati avrebbero organizzato una parallela attività criminosa per condurre la truffa ai danni dell’Amministrazione di Marano. Almeno a partire dal maggio 2020 ci sarebbe stata la sistematica falsificazione dei formulari di identificazione dello scarico dei rifiuti, sarebbe così risultato un quantitativo di rifiuti maggiore rispetto a quello effettivamente conferito, provvedendo poi, in un secondo momento, a far contabilizzare i conferimenti fantasma, cioè mai avvenuti, che, tuttavia, la BeMa e i suoi referenti avrebbero lo stesso fatturato.

Compensi gonfiati

Con questi artifici la BeMa avrebbe ottenuto dall’amministrazione comunale il pagamento di compensi ‘gonfiati’ per la società e per l’amministratore Oliviero il quale poi pagava le mazzetta da 8mila euro al mese ai pubblici ufficiali al Comune di Marano almeno dal giugno 2020. Nelle indagini sono state sequestrate diverse somme di denaro. Di rilievo con riferimento alla posizione di Spacone è il sequestro di 350mila euro, custodito da un’altra persona: 105mila euro sarebbero stati frutto di tangenti ottenute in qualità faccendiere.

Le richieste degli arresti e dei sequestri

Il pm di Napoli Nord ha chiesto gli arresti domiciliari per Abbatiello, il sorvegliante comunale Vittorio Iorio, Spacone, Magno, Oliviero, Schettino e il dipendente dell’ufficio Servizio Igiene urbana del Comune di Marano Giovanni Paragliola. Inoltre è stata chiesta la misura interdittiva del divieto di concludere contratti con la pubblica amministrazione della NG Holding, Teknoservice e Inchem.

Per le persone indagate è stato chiesto il sequestro dei rapporti bancari, dei beni mobili e immobili per un ammontare complessivo di 137mila euro, somma determinata dalle tangenti pagate ai pubblici ufficiali e agli intermediari da Oliviero pari a 92mila euro e l’ammontare di tangenti corrisposte a Schettino pari a 45mila euro.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.