Home Cronaca Cuce l’hashish nel polsino della tuta per il marito detenuto a Salerno

Cuce l’hashish nel polsino della tuta per il marito detenuto a Salerno

Una donna ha cercato di introdurre in carcere la droga per il marito detenuto nascondendola nei polsini della maglia
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Una donna ha cercato di introdurre in carcere la droga per il marito detenuto nascondendola nei polsini della maglia di una tuta destinata all’uomo, ma è stata scoperta e denunciata. Ne dà notizia il sindacato della Polizia penitenziaria Uspp. È accaduto al carcere di Salerno, all’ufficio colloqui, dove la moglie di un detenuto si è presentata con un pacco per il marito, con all’interno del vestiario, tra cui una tuta. L’addetto al controllo pacchi ha notato che sotto i polsini c’era hashish, circa dieci grammi cuciti all’interno dei polsini.

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“I poliziotti del reparto colloqui del carcere di Salerno – dice il segretario nazionale Uspp Giuseppe Del Sorbo – hanno dimostrato grande professionalità, nonostante le ataviche carenze d’organico; basti ricordare che a Salerno mancano 60 agenti e si riesce comunque a mantenere l’ordine e la sicurezza interna”

Droga, microtelefoni e smartphone: nel carcere di Benevento grazie al drone: il sequestro del 28 marzo

C’erano sei smartphone, quattro micro-telefonini e un grosso quantitativo di sostanza stupefacente nel drone avvistato e individuato dalla Polizia Penitenziaria, la scorsa notte, nel carcere di Benevento.

A rendere noto l’episodio è il segretario regionale Campania AS.P.Pe confederata CON.SI.Pe Luigi Castaldo per il quale, “purtroppo nonostante l’inasprimento delle pene relative all’introduzione ed al possesso di materiali e sostanze non autorizzate all’interno di un penitenziario (reato previsto dall.art.391 ter del C.P. entrato in vigore il 21/10/2020 con rafforzamento delle sanzioni – condanne fino a sei anni – qualora si ha contatto con detenuti al 41bis) il business della criminalità non ha remore, mentre per qualcuno la presenza di droni è un miraggio“.

Per il segretario generale Asppe confederata Consipe Claudio Marcangeli, “mentre qualcuno si preoccupa di dignità dei ristretti, di trattamento, di torture e di come ampliare i benefici per la popolazione detenuta, la criminalità non perde tempo ed investe in tecnologia per i propri fini illeciti in barba ad un sistema penitenziario che fa acqua da tutte le parti“.
Per i due sindacalisti AS.P.PE, “urge un efficace e lungimirante piano organizzativo del sistema penitenziario che metta in primo piano il benessere del Personale di Polizia Penitenziaria“.

Castaldi e Marcangeli, infine, plaudono le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria “che ogni giorno, nonostante tutto, espletano con alto senso del dovere e spirito di sacrificio il proprio mandato istituzionale“.

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