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“Su Tiktok i ragazzi elogiano Cutolo”, lo sfogo del figlio di Giuseppe Salvia

"Su Tiktok i ragazzi elogiano Cutolo", lo sfogo del figlio di Giuseppe Savia
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E’ uno sfogo amaro quello che Antonino Salvia ha scritto su Facebook. Lui è il figlio di Giuseppe, direttore del carcere di Poggioreale che venne ucciso da Raffaele Cutolo. Proprio il padre si oppose al boss della Nuova Camorra Organizzata che voleva spadroneggiare nel penitenziario partenopeo.

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Un fatto di una gravità inaudita. Su TikTok (ormai il social più seguito al mondo soprattutto dai giovani) esistono vari profili che celebrano ed esaltano le gesta del camorrista Raffaele Cutolo. Ricordo ai più giovani che costui è stato il criminale più sanguinario della storia della Repubblica italiana. Condannato a svariati ergastoli, ha fatto ammazzare centinaia di persone. La cosa più sconcertante sono i tantissimi commenti dei ragazzi che elogiano e condividono questa sub-cultura criminale. Raccontare la storia è fondamentale per ricordare, sempre, ciò che è stato ma questo non è diritto di cronaca bensì proselitismo alla camorra“, ha scritto Antonino Salvia.

“L’omicidio Salvia l’ho fatto io”, il boss Cutolo si confessa nel documentario

Raffaele Cutolo ha confessato di aver ordinato l’omicidio di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale. Questo emerge dal documentario Le ultime parole del boss realizzato dal regista Raffaele Brunetti che è stato tratto dal romanzo La vendetta del boss scritto da Antonio Mattone.

Al centro dell’opera filmica c’è la storia di Salvia dal suo arrivo nel penitenziario napoletano all’agguato avvenuto sulla Tangenziale di Napoli nell’aprile del 1981. Il regista e l’autore hanno ricostruito anche l’ultima intervista rilasciata dal camorrista vesuviano avvenuta due anni prima della sua morte.

L’ULTIMA INTERVISTA AL BOSS DELLA NCO

Dunque il 22 luglio del 2019 Mattone raccolse le ultime parole di Cutolo dopo essersi recato nel carcere di Parma: “La sua vita sta trascorrendo o finendo in un carcere di massima sicurezza lontano da Napoli. E’ l’unico detenuto delle carceri italiane a vivere nel totale isolamento. E’ povero e malato. Inaspettatamente della direzione delle carceri mi comunicano che la mia richiesta è stata accolta: Raffaele Cutolo ha accettato di vedermi a Parma. Sono trent’anni che nessun giornalista lo incontra dai tempi dei suoi show dietro le sbarre durante le interviste a Marazzo e Biagi. Mi comunicano che potrò incontrare il boss ma non potrò registrare e neanche prendere appunti. Avrò un’ora“.

IL CASO SALVIA

Mattone ha posto alcune domande e poi ha chiesto esplicitamente al boss dell’omicidio di Salvia: “Aspettiamo la morte. E’ vero ho fatto del male è giusto che io soffra perché ho fatto tanto male, ma sto in carcere dal 1963. Ho saputo della morte di mia madre dai giornali e la morte di mio figlio Roberto me la diede il direttore del carcere di Belluno. Oggi vivo in una celle piccolissima. Questo di Parma è il peggior carcere in cui sono stato: meglio la pena di morte. Basta un attimo di coraggio e tutto finisce: qui è una tortura continua. A Poggioreale sono diventato un boss perché mi sono ribellato al potere degli altri boss che la facevano da padroni e per farlo sono diventato quello che sono. L’omicidio Salvio l’ho fatto io. Parli bene di Salvia era una brava persona. Se incontrassi la moglie le direi che mi dispiace per lei e per i figli. Era necessario che lo facessi uccidere, lui si accaniva contro di me. Voleva farmi sempre perquisire“. 

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