venerdì, Luglio 18, 2025
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Evasione scolastica, 558 segnalazioni in 3 mesi: è allarme a Napoli

I dati sull’evasione scolastica sono allarmanti a Napoli ed in periferia. Da quando il 26 ottobre scorso è stata attivata la piattaforma sulla dispersione scolastica ci sono state ben 558 segnalazioni di evasione scolastica in tre mesi al Comune di Napoli. Gravissima la situazione soprattutto nei quartieri di periferia.

Dati allarmanti sulla dispersione scolastica a Napoli 

Sono i quartieri di periferia, per l’appunto, a segnare i dati peggiori sulla dispersione scolastica, con le Municipalità VII (Miano, Secondigliano, S. Pietro a Patierno) e VIII (Piscinola, Marianella, Chiaiano, Scampia) che contano oltre 100 segnalazioni a testa (101 la VII, 114 l’VIII), tallonate dalla VI Municipalità (San Giovanni, Barra e Ponticelli) che abbraccia la zona orientale, a 91 segnalazioni.

Per l’assessore comunale all’istruzione Maura Striano si tratta di numeri “allarmanti” poiché le assenze degli alunni possono concorrere alla bocciatura e, addirittura, all’allontanamento definitivo degli studenti dalla scuola.

“Abbiamo aperto la piattaforma per la dispersione scolastica e dal 26 ottobre ad oggi sono arrivate 558 segnalazioni. È un dato sul quale dobbiamo porre la massima attenzione in quanto rileva non tanto la dispersione ma l’evasione scolastica, è quindi un passo precedente la dispersione. Se riusciamo a capire perché questi bambini e ragazzi non stanno andando a scuola e a sostenere in qualche modo le famiglie, potremmo intercettare delle fragilità e contrastarle dall’inizio, però si tratta comunque di un dato allarmante”. Afferma l’assessore all’Istruzione di Napoli, Maura Striano, al termine di una riunione in Comune.

Il Patto Educativo

Il Comune intende intervenire sulla questione in maniera tempestiva. Vuole, infatti, introdurre il Patto educativo che «mette al primo posto – spiega l’assessore – l’educazione: quindi tutte le istituzioni, anche il terzo settore e la Chiesa si mettono insieme per realizzare, con energie e risorse comuni, un progetto di sostegno a quelli che sono i bisogni educativi della popolazione, soprattutto quella più fragile. Quello che faremo, anche seguendo un dispositivo riconosciuto dal ministero dell’Istruzione, sono i patti educativi di comunità». Ma i dati emersi richiedono anche «l’intervento dei servizi sociali quindi dell’assessorato al Welfare».