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Datteri di mare vietati a Napoli e provincia: in 21 finiscono a processo

Danni causati ai faraglioni di Capri. In 21 a processo
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Il 14 settembre prossimo davanti al Tribunale di Napoli dovranno comparire per il dibattimento i 21 imputati di associazione a delinquere finalizzata all’estrazione dei datteri di mare dal loro habitat naturale sulle scogliere ed alla successiva commercializzazione. Condotte che per la procura di Napoli avrebbero compromesso irrimediabilmente le scogliere del Porto di Napoli e di Castellammare di Stabia, ma soprattutto le pareti rocciose dei Faraglioni di Capri.

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Giudizio immediato per gli imputati

E’ stato il giudice per le indagini preliminari di Napoli Federica Colucci a disporre, su richiesta della Procura, il giudizio immediato per i 21 imputati. Sei dei quali attualmente sono in carcere mentre sette ai domiciliari. Tra gli imputati compare anche il 41enne Angelo Esposito, militare in servizio presso la Guardia Costiera di Portici, che avrebbe rivelato agli altri indagati l’esecuzione di operazioni programmate contro la pesca di frodo.

I danni ai Faraglioni di Capri

Le operazioni di martellamento della roccia dei Faraglioni di Capri per estrarre i datteri, andate avanti quasi giornalmente per oltre 20 anni, avrebbero danneggiato il delicato ecosistema sottomarino dal quale i responsabili hanno percepito profitti enormi. Si calcola, infatti, che nei soli primi due mesi di lockdown sarebbero stati raccolti circa dieci quintali di molluschi. Poi venduti a prezzi tra i 100 e i 200 euro al chilo al mercato nero.

Percepivano anche il reddito

Dodici degli imputati percepivano inoltre indebitamente il reddito di cittadinanza, per cui rispondono anche di truffa. Nel processo che inizierà a settembre compariranno tredici parti offese. Tra cui il Ministero per la Transizione Ecologica, i Comuni di Napoli e Capri, l’Inps, la Regione Campania, associazione ambientaliste come Wwf, Legambiente, L’Altritalia Ambiente.

Tutti inoltre sono ritenuti elementi del cosiddetto “gruppo Amato”, dal cognome del capo indiscusso e promotore dell’organizzazione, ovvero il 57enne Pasquale Amato detto “O Palumbaro”. Imputati anche dipendenti pubblici che hanno svolto il ruolo di intermediari delle vendita, come Francesco Baldo. Quest’ultimo dipendente della società che la gestisce funicolare di Capri, Ciro Di Sabato, dipendente dell’Asl 1 Napoli Centro.

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