Bruttissimo episodio nella giornata di ieri, quando ultras di Napoli e Roma sono venuti alle mani in autostrada nei pressi di un autogrill all’altezza di Arezzo. Il club azzurro ha emesso un comunicato ufficiale di condanna per tutto quanto accaduto sull’Autostrada del Sole:
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“Il Calcio Napoli condanna fermamente gli atti e i comportamenti di alcuni presunti tifosi, che purtroppo ancora frequentano gli stadi italiani, creando da sempre per i veri appassionati disagi e pericoli. Terrorizzando, come è successo ieri sull’autostrada A1, anche persone che tra l’altro erano completamente estranee a qualunque tifo calcistico”.
L’Inghilterra negli anni ’80 ha estirpato i facinorosi dagli stadi rendendo il calcio inglese il più sicuro e spettacolare del mondo, con provvedimenti drastici ma efficaci. Auspichiamo che il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, voglia prendere una volta per tutte iniziative appropriate e radicali.
Sarebbe ingiusto, per colpa di poche centinaia di individui, vietare le trasferte a tutti. Ma non è tollerabile che persone violente possano viaggiare indisturbate per l’Italia e frequentare gli stadi”.
Antonella Leardi sugli scontri tra i tifosi: “Per il calcio ho perso un figlio, è sempre la stessa storia”
“Dopo 9 anni è sempre la stessa storia. Io per il calcio ho perso un figlio e continuo ad assistere a scene assurde di violenza”. Nel corso dell’intervista realizzata da Pasquale Tina le viene chiesto se vuol fare un appello alle tifoserie: “No. Onestamente credo sia perfettamente inutile. Adesso servono i fatti”.
“Servono risposte concrete. In Inghilterra il calcio era uno sport violento, ora gli stadi sono frequentati dalle famiglie. Forse bisognerebbe seguire l’esempio di chi è riuscito a risolvere questa emergenza. Non sono la persona adatta ad indicare una soluzione, sono una mamma addolorata perché Ciro non c’è più e quotidianamente provo a tenere viva la sua memoria. Non conosco quale sia la ricetta per risolvere certi problemi. So soltanto che mio figlio quel maledetto giorno del 2014 è uscito di casa per andare a vedere il Napoli e non è mai più tornato. Noi siamo stati completamente abbandonati. Si può morire per un incidente stradale, per una malattia, ma non per una passione. Non mi stanco di ripeterlo”.