Home Cronaca Detenuti pestati e torturati in carcere, 45 indagati e raffica di perquisizioni

Detenuti pestati e torturati in carcere, 45 indagati e raffica di perquisizioni

Detenuti pestati e torturati in carcere, 45 indagati e raffica di perquisizioni
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Sono 45 gli indagati appartenenti alla polizia penitenziaria, medici, funzionari e direttori pro-tempore del carcere di Ivrea nell’ambito di una nuova inchiesta, coordinata dalla procura, in merito ai pestaggi subiti dai detenuti della casa circondariale. I reati ipotizzati sono quelli di tortura con violenze fisiche e psichiche nei confronti di numerosi detenuti, falso in atto pubblico e reati collegati.

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Nella notte personale della polizia penitenziaria, dei carabinieri e della guardia di finanza, su disposizione della Procura di Ivrea, ha eseguito 36 perquisizioni, all’interno del carcere e nelle abitazioni degli indagati.

La nuova indagine, che segue quella della Procura Generale riferita a fatti del 2015, riguarda diversi episodi dell’ultimo biennio, fino all’estate 2022. Le indagini hanno permesso di raccogliere numerosi elementi a conferma delle denunce presentate nel corso degli anni, anche in merito all’esistenza di una “cella liscia” e di una cella “acquario”, all’interno delle quali i detenuti venivano picchiati e rinchiusi in isolamento senza poter avere contatti nemmeno con i legali. “I reati risultavano tuttora in corso, situazione che ha reso inevitabile l’intervento degli inquirenti”, fanno sapere dalla procura di Ivrea.

LA REAZIONE DEL SINDACATO

“A meno di due settimane dalle misure cautelari per i presunti avvenimenti occorsi presso il carcere di Bari, apprendiamo di un’altra inchiesta, l’ennesima, condotta questa volta dalla Procura della Repubblica di Ivrea. Da donne e uomini dello Stato, riponiamo incondizionata fiducia nella magistratura e negli organi inquirenti, auspicando che facciano piena luce sull’accaduto e sperando che gli indagati riescano a dimostrare la correttezza del loro operato al di là di ogni ragionevole dubbio. Le ormai numerosissime inchieste, tuttavia, indipendentemente dagli accertamenti processuali che ne deriveranno, cristallizzano la totale disfunzionalità del sistema penitenziario e il persistente stato d’emergenza mai affrontato compiutamente. Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando le indagini e le perquisizioni compiute la scorsa notte nei confronti di operatori in servizio presso il carcere d’Ivrea.

  “Chi sbaglia va individuato, isolato e perseguito, ma considerato che le indagini per il reato di tortura sono ormai numerosissime e interessano carceri diverse in tutto il Paese è di tautologica evidenza che l’organizzazione penitenziaria complessiva sia fallimentare. In altre parole, pur essendo convinti che la stragrande maggioranza degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e degli altri operatori coinvolti riusciranno a dimostrare la propria innocenza, appare evidente che vi sia un problema di sistema: o il reato di tortura è costruito male nel nostro codice penale o significa che la gestione carceraria per com’è strutturata non funziona minimamente; in tal ultima ipotesi, non si può evidentemente pensare solo alla repressione, ma bisogna prevenire le degenerazioni mettendo in sicurezza le carceri, chi vi è ristretto e chi vi lavora, sotto ogni profilo”, spiega il sindacalista.

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