Home Cronaca Il disastro ambientale c’è ma non i colpevoli: vincono camorristi e corrotti

Il disastro ambientale c’è ma non i colpevoli: vincono camorristi e corrotti

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«Resta un velo di ragionevole dubbio. In una gestione sicuramente incompetente ma non dolosa. Non si può trovare un capro espiatorio di fronte a questo disastro ambientale». Con queste desolanti parole il Pubblico Ministero chiamato a pronunciarsi, dallo Stato e dall’accusa, ha deposto le armi. E’ un punto. Certo, è un epilogo provvisorio: l’accusa ha già presentato i doverosi ricorsi per quella che è una chiosa nera per una storia marcia.

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Gli imputati, come riportano i colleghi di Caserta News, “sono Giuseppe Valente di Mondragone, ex direttore del Consorzio Ce4 ed oggi collaboratore di giustizia, l’ex sindaco di Villa Literno e consigliere regionale Enrico Fabozzi, all’epoca dei fatti presidente del Cub. Poi, ancora, l’ex direttore generale del Cub Antonio Scialdone di Vitulazio, il commissario prefettizio del Consorzio Ce4 Emilia Tarantino di Santa Maria Capua Vetere. Infine, il generale Achille FoggettiIsidoro Perrotta, responsabile dell’area di coordinamento degli impianti, Sebastiano Izzo Giuseppe Venditto di Caserta“.

La storia è quella dell’apertura della discarica di Santa Maria la Fossa. O anche, della pessima gestione – para criminale – della stessa. Il processo ha evidenziato che quell’invaso è l’origine del male. O dei mali, fate voi. Più precisamente, è evidente «la contaminazione di terra, aria, acqua ed alimenti. Derivante dalla mancanza di copertura della discarica e della tracimazione di percolato dalle vasche. Percolato che è finito nella falda acquifera costituendo un rischio per la popolazione». Per tutto ciò un colpevole non c’è, non si trova. Avete letto bene: per questo disastro ambientale non c’è un colpevole. Nei primi giorni di dicembre si terrà il processo d’appello.

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