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Fine dell’incubo per Djokovic, è “libero” e può giocare: ma il Governo può ancora cacciarlo

Novak Djokovic
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Il n.1 del tennis mondiale Novak Djokovic vince l’appello che impugnava il provvedimento di espulsione dall’Australia legato alle normative Covid. Il giudice del tribunale di Melbourne ha ”annullato la cancellazione del visto” e ordinato al “Governo di pagare le spese legali. Rilascio immediato e restituzione del passaporto per Djokovic”. Sono stati quattro giorni surreali, tra interrogatori e il “soggiorno” forzato al park Hotel di Carlton dopo che gli avevano ritirato il visto per entrare in Australia, quelli vissuti dal tennista serbo. Ad ogni modo, l'”incubo” potrebbe non essere finito visto che il Ministro dell’Immigrazione potrebbe revocagli nuovamente il visto ribaltando la decisione del giudice Anthony Kelly.

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Per il momento però Novak Djokovic ringrazia tutti con un tweet: “Sono felice e grato che il giudice abbia annullato la cancellazione del mio visto. Nonostante tutto quello che è successo voglio restare partecipare all’Australian Open. Su questo voglio concentrarmi. Grazie a tutti per l’appoggio. Per ora non posso dire di più, ma grazie. Grazie perché mi avete dato la forza”.

Le parole della famiglia Djokovic

È il fratello Djordje il primo a ringraziare la mobilitazione mondiale per Nole: “Grazie al giudice Kelly, è stato neutrale, ha fatto attenzione ai dettagli della storia. La situazione era molto difficile ringrazio di essere stati ‘giusti e imparziali’. Novak si è allenato subito. Perché è venuto in Australia per giocare e vincere un altro Australian Open”.

Così la madre di Djokovic: “Non ha fatto niente di male, non ha infranto la legge. Siamo qui per festeggiare la giustizia. Lui ha voluto fare ricorso perché sapeva di avere le carte in regole. Non abbiamo mai vissuto una situazione del genere. Abbiamo cercato di lottare, combattere per lui. Per giorni non potevamo comunicare con lui, non sapevamo come stesse. Grazie a tutta la gente che lo ha supportato con canzoni, danze, che lo hanno confortato. Grazie a dio c’è giustizia a questo mondo. E questa è la più grande vittoria della sua carriera”.

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