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Dosi consegnate su appuntamento, così è cambiato lo spaccio nella piazza dei Sette Palazzi a Scampia

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I sette palassi sono situati su un’ampia area pressoché quadrata, ubicata a ridosso delle più note “Vele di Scampia”, su cui sorgono sette edifici, alcuni dei quali collegati tra loro. Detta area è delimitata da tre grandi strade: le vie Tancredi Galimberti, Olinero Zuccarini e Antonio Labriola. I “lotti TA e TB” occupano anch’essi una vasta area, in questo caso di forma rettangolare; su di essa sorgono, parallelamente, due enormi blocchi di edifici rispettivamente collegati tra loro. I lotti in questione sono ubicati poco distanti dai “sette palazzi”, dal lato opposto delle CfVele di Scampia “; detta zona è delimitata da Via Federico Fellini, Via Pietro Germi e la Via Bakù (ove è ubicato lo “chalet Bakù”, rinomato market della droga).

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Fino a qualche anno fa le piazze di spaccio erano ubicate fisicamente in diversi edifici; gli acquirenti di turno, dopo un primo filtraggio effettuato dalle vedette (i c.d. pali), venivano indirizzati dai pusher, i quali spacciavano le dosi di droga attraverso le feritoie create ad hoc nei portoni d’ingresso degli stabili. Anche se in tali plessi sono tuttora attivi numerosi “punti vendita”, l’attività di spaccio è prevalentemente organizzata in forma itinerante: lo spacciatore di turno viene munito di apposito telefono cellulare mediante il quale si accorda con i clienti sul luogo e sulle modalità di consegna delle dosi di stupefacente.

L’ORGANIZZAZIONE DELLA PIAZZA DEI SETTE PALAZZI

Gestiva piazze di spaccio «statiche» e «dinamiche» il gruppo criminale riconducibile al clan scissionista degli Amato Pagano, sgominato dalla Squadra Mobile di Napoli che oggi ha notificato cinque arresti in carcere, due ai domiciliari e un obbligo di dimora. Il gip di Napoli Gianluigi Visco, su richiesta della Procura, ha disposto l’arresto in carcere per Ivan D’Amora (luogotenente del capo Salvatore Roselli), Roberto Forino (pusher), Antonio De Sio (che acquistava grosse quantità di droga dal gruppo criminale), Carmine D’Amora (che si occupava di procurare cocaina ed eroina da vendere) e per Federico Pascale (anche lui acquirente stabile del gruppo).

I domiciliari (tre i provvedimenti emessi) sono stati notificati invece a Gennaro Campitelli e a Pasquale Di Guida (entrambi acquirenti in pianta stabile). Infine il giudice ha disposto l’obbligo di dimora a Napoli per Antonio De Crescenzo (anche lui uno degli acquirenti in pianta stabile). Complessivamente sono sedici le persone che la DDA di Napoli (procuratore aggiunto Sergio Ferrigno) ha iscritto nel registro degli indagati e tra questi figura anche Salvatore Roselli, elemento di spicco del gruppo criminale secondo la Squadra Mobile riconducibile al clan scissionista degli Amato-Pagano.

Ivan D’Amora (a cui è stato notificato l’arresto in carcere) è ritenuto il suo luogotenente: si occupava della contabilità, del taglio e della suddivisione della droga in dosi, di tenersi in contatto con i clienti e di organizzare il cosiddetto spaccio «dinamico» che limita notevolmente le contestazioni a coloro che si occupano della consegna. Roselli, che sta collaborando con la giustizia, viene indicato dagli inquirenti come il capo e promotore del gruppo criminale dei «sette palazzi»: era lui ad occuparsi del rifornimento della droga e della suddivisione agli affiliati dedicati allo spaccio statico.

Era sempre lui, secondo gli investigatori, a gestire le consegne degli ordini giunti via telefono e soprattutto delle consegne ai cosiddetti clienti stabili i quali acquistavano stupefacente per rivenderlo. Di recente, Roselli, attraverso un manoscritto ha confessato omicidi, spiegato il funzionamento delle piazze di spaccio e fornito nomi e informazioni anche su alcuni delitti irrisolti.

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