Home Cronaca Droga e racket dei carburanti, i Mazzarella-D’Amico rischiano tre secoli di carcere

Droga e racket dei carburanti, i Mazzarella-D’Amico rischiano tre secoli di carcere

Droga e racket dei carburanti, i Mazzarella-D’Amico rischiano tre secoli di carcere
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Tre secoli di carcere. Questa la richiesta avanzata dalla Procura nei confronti dei Mazzarella-D’Amico finiti nei guai nel maxi blitz del febbraio scorso quando i carabinieri eseguirono ventiquattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei ras del gruppo ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e hashish), violazione alla normativa sulle armi e sugli esplosivi, estorsione e impiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche.

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Nel processo che si svolge con rito abbreviato sono arrivate le richieste, vere e proprie mazzate per i capi del sodalizio di San Giovanni a Teduccio. Per il reggente Ciro Mazzarella chiesti 12 anni, otto anni per Umberto Luongo, 12 per Pasquale Ariosto e Gabriele Salvatore D’Amico.

LE RICHIESTE PER I BOSS E GLI AFFILIATI DEI MAZZARELLA-D’AMICO

Per quanto riguarda le altre richieste spiccano i 16 anni per Salvatore D’Amico ‘o pirata, 6 anni per il collaboratore di giustizia Umberto D’Amico ‘o lione, 12 anni Giovanni Borrelli, 18 anni Salvatore Autiero, 15 anni Giovanni Salomone, 14 Francesco Tabasco, 17 anni Giovanni Improta, 18 per Giovanni Musella, 18 per Alessandro Nocerino, 12 anni Pasquale Nocerino, poi stangata anche la famiglia Urio con le richieste per Giacomo, Pasquale, Giovanni e Maria rispettivamente e 14, 15, 12 e sette anni.

Le indagini, condotte dal febbraio 2018 al gennaio 2020, consentirono di accertare diversi fatti, dimostrare la perdurante operatività del clan Mazzarella, diretto da Ciro Mazzarella e Salvatore D’Amico e il crescente interesse da parte del clan nel settore del commercio e della distribuzione degli idrocarburi, riscontrato dalle pretese estorsive avanzate nei confronti di un imprenditore del settore, nonché dall’acquisizione da parte di un affiliato di un’attività di distribuzione di carburanti nell’area di Fuorigrotta, nei pressi dello stadio Maradona.

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