Home Cronaca Droni in carcere, prima crepa nell’inchiesta: fuori Roberta Cascone

Droni in carcere, prima crepa nell’inchiesta: fuori Roberta Cascone

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Una prima ma significativa crepa che qualche giorno fa ha fatto finire in carcere oltre trenta persone. Tutte accusate di far parte di un’organizzazione che riusciva a far arrivare droga e cellulari nelle carceri italiane attraverso l’ausilio di droni. La prima sorpresa è avvenuta dopo l’interrogatorio di garanzia della 53enne Roberta Cascone accusata di aver fatto pervenire materiale nelle carceri romane.  Ad avere la meglio le argomentazioni d legale della donna, l’avvocato Giuseppe Perfetto, che è riuscito ad ottenere per la sua assistita la revoca della misura della custodia cautelare in carcere e l’obbligo di dimora nel comune di Napoli.

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Il principale artefice delle  “consegne’ a detenuti in maniera particolare i boss del circuito Alta Sicurezza 3 e la loro provenienza partenopea, era il 38enne di Cercola Vincenzo Scognamiglio. L’uomo, nel corso di un colloquio con Giovanna Viciglione, sua collaboratrice e persona di fiducia, non sapendo di essere intercettato descriveva la genesi dell’organizzazione ideata per introdurre in carcere apparati telefonici, armi e sostanze stupefacenti. A ribadire il ruolo di Scognamiglio anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia ed ex ras del Parco Verde Antonio Cocci:”Il ragazzo che guida il drone si chiama Enzuccio, abita a Sant’Anastasia ma e originario di Bagnoli io ho avuto modo di sentirlo più volte al telefono quando parlava con Nicolas Brunetti, uno del clan Sibillo, che gestisce dall’interno dal carcere il traffico di telefoni. Brunetti gestisce questo sistema dei droni da 4-5 anni, dapprima al carcere di Secondigliano dove era detenuto e poi ha continuato a farlo anche a Terni da Natale 2021”.

 

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