Home Attualità Dalla Campania al Nord poer curarsi, all’emorragia sanitaria resiste solo l’ospedale Monaldi

Dalla Campania al Nord poer curarsi, all’emorragia sanitaria resiste solo l’ospedale Monaldi

Dalla Campania al Nord poer curarsi, all'emorragia sanitaria resiste solo l'ospedale Monaldi
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Nel Nord Italia, il numero di interventi chirurgici supera quello del Centro e del Sud, che solo parzialmente riescono a recuperare. Secondo la classifica della rete oncologica pazienti Italia (Ropi), la Campania affronta tutte le patologie considerate, con l‘Ospedale Monaldi di Napoli che figura nella top ten per gli interventi al polmone. Tuttavia, la disparità tra Nord e Sud rimane profonda: nel Mezzogiorno si registra una minore aspettativa di vita e una prevenzione dei tumori meno diffusa. Inoltre, una quota significativa di pazienti oncologici preferisce recarsi al Nord per ricevere cure.

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I dati

Questi dati emergono dal report Svimez «Un Paese, due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute», presentato a Roma in collaborazione con Save the Children. Si evidenzia che la speranza di vita al Sud è inferiore di 1,5 anni rispetto al resto del Paese, con differenziali territoriali marcati e crescenti negli anni. Ad esempio, nel 2022 la speranza di vita alla nascita per i cittadini meridionali era inferiore di 1,3 anni rispetto al Centro e al Nord-Ovest e di 1,5 anni rispetto al Nord-Est.

Analogamente, si osservano differenziali sfavorevoli al Sud per quanto riguarda la mortalità evitabile causata da carenze nell’assistenza sanitaria e nei servizi di prevenzione. Il tasso di mortalità per tumore è più alto al Sud, con un divario crescente nel tempo: nel 2010 i dati erano praticamente allineati, mentre ora il tasso di mortalità per tumore è del 9,6 per 10 mila abitanti per gli uomini e dell’8,2 per le donne al Sud, rispetto all’8% e al 7% rispettivamente al Nord.

Secondo le valutazioni dell’Istituto superiore di sanità, nel biennio 2021-2022 circa il 70% delle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni in Italia si è sottoposto a controlli, con una maggiore adesione ai programmi di screening gratuiti al Nord rispetto al Centro e al Sud. La copertura complessiva degli screening è stata del 80% al Nord, del 76% al Centro e del 58% al Sud.

Il direttore generale della Svimez Luca Bianchi 

«Rafforzare la dimensione universale del Sistema sanitario nazionale — commenta il direttore generale della Svimez Luca Bianchi — è la strada per rendere effettivo il diritto costituzionale alla salute. Una direzione opposta a quella che invece si propone con l’autonomia differenziata, dalla quale deriverebbero ulteriori ampliamenti dei divari territoriali di salute e una conseguente crescita della mobilità di cura». Sulla base dei dati del report critiche al Governo sono arrivate dall’opposizione in particolare dal Pd. «Questi dati — ha commentato Marco Sarracino, deputato e responsabile Sud e Coesione del Pd — dovrebbero indurre i parlamentari del sud del centrodestra a bloccare il pericoloso disegno di legge sull’autonomia differenziata che acuirebbe ancora di più le difficoltà proprio a partire dalla sanità». Sulla stessa linea anche il deputato Piero De Luca. «I divari con il resto del Paese cresceranno e si moltiplicheranno con l’autonomia differenziata. Impediremo in Parlamento e nel Paese che il governo Meloni porti a compimento questo disastro annunciato».

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