Marco Raduano, 40 anni, elemento di spicco della criminalità organizzata del Gargano e al vertice di un clan della mafia di Vieste (il clan Raduano), è evaso dal carcere di Nuoro dove era detenuto. Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, Raduano è scappato utilizzando il più classico dei metodi: si è calato dalla sua cella con le lenzuola. Una evasione che ha dell’incredibile visto che il carcere di Badu ‘e Carros di Nuoro è considerato di massima sicurezza. Subito dopo l’allarme in Sardegna è scattata la caccia all’uomo con controlli e posti di blocco anche ai porti e agli aeroporti. La caccia è scattata anche nel Gargano, la sua terra, dove potrebbe trovare collaborazioni e nascondigli.
Già braccio destro di Angelo Notarangelo, ucciso il 26 gennaio 2015 da Vieste, Marco Raduano, detto “Pallone” o “Woolrich” ha precedenti per numerosi reati: dal furto al riciclaggio, dalla droga alla rapina e al tentato omicidio. Il 3 febbraio scorso è stato condannato in via definitiva a 19 anni di reclusione nell’ambito del processo denominato “Neve di marzo”. Dal nome dell’operazione con cui nell’ottobre del 2019 i carabinieri avevano sgominato il clan Raduano, arrestando 15 persone. Tutte accusate – a vario titolo – di associazione a delinquere per il traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso e dall’uso di armi. Tra le persone coinvolte nel blitz anche gli autori del tentato omicidio di Giovanni Cristalli avvenuto a Vieste qualche giorno prima del blitz.
Fuochi d’artificio a Vieste dopo l’evasione di Marco Raduano
Secondo quanto riporta Ansa, “i fuochi d’artificio sarebbero stati sparati da affiliati al clan. Proprio per festeggiare l’evasione dell’uomo che è riuscito a fuggire calandosi con delle lenzuola annodate dal muro perimetrale“. Si tratta, infatti, del primo detenuto che è riuscito a violare l’istituto di pena sardo, ritenuto tra i più sicuri d’Italia, nel quale sono ristretti terroristi, mafiosi e criminali di grossa caratura.