Pioggia di polemiche annunciata e pioggia di polemiche arrivata copiosa all’indomani della nomina di Pietro Ioia come Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale. Il decreto firmato dal sindaco Luigi De Magistris è finito sotto i riflettori per il passato criminale di Ioia. Ioia ha infatti, trascorso 22 anni e 6 mesi dietro le sbarre dei penitenziari di Napoli, Campania, .Italia e Spagna per scontare reati legati alla sua attività dell’epoca, quella di narcotrafficante.
La seconda vita di Pietro Ioia
Pietro Ioia, 60enne, si è riscattato dal suo passato, come si legge sull’edizione odierna de Il Mattino. Prima fondando, 14 anni fa, l’associazione .Ex Don per difendere i diritti dei carcerati, poi denunciando i pestaggi avvenuti tra il 2013 e 2014 a Poggioreale nella cosiddetta Cella Zero. Denunce fatte insieme ad altri ex reclusi per le quali è in corso un processo, che vede imputati 12 agenti di polizia penitenziaria.
I requisiti
I motivi delle polemiche non sarebbero però strettamente legati al suo passato, ma alla mancanza, secondo molti, dei requisiti previsti per ricoprire l’incarico.
Le reazioni negative riguardano per lo più la mancanza dei requisiti previsti dall’avviso pubblico: dove c’è scritto che non è richiesto alcun titolo di studio specifico, ma esclusivamente formazione e conoscenza della materia. Tra i più perplessi Luigi Castaldo, segretario provinciale Osapp, il presidente Uspp Giuseppe Moretti e il segretario regionale Ciro Auricchio.
Pioggia di polemiche annunciata e pioggia di polemiche arrivata copiosa all’indomani della nomina di Pietro Ioia come Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale. Il decreto firmato dal sindaco Luigi De Magistris è finito sotto i riflettori per il passato criminale di Ioia. Ioia ha infatti, trascorso 22 anni e 6 mesi dietro le sbarre dei penitenziari di Napoli, Campania, .Italia e Spagna per scontare reati legati alla sua attività dell’epoca, quella di narcotrafficante.
La seconda vita di Pietro Ioia
Pietro Ioia, 60enne, si è riscattato dal suo passato, come si legge sull’edizione odierna de Il Mattino. Prima fondando, 14 anni fa, l’associazione .Ex Don per difendere i diritti dei carcerati, poi denunciando i pestaggi avvenuti tra il 2013 e 2014 a Poggioreale nella cosiddetta Cella Zero. Denunce fatte insieme ad altri ex reclusi per le quali è in corso un processo, che vede imputati 12 agenti di polizia penitenziaria.
I requisiti
I motivi delle polemiche non sarebbero però strettamente legati al suo passato, ma alla mancanza, secondo molti, dei requisiti previsti per ricoprire l’incarico.
Le reazioni negative riguardano per lo più la mancanza dei requisiti previsti dall’avviso pubblico: dove c’è scritto che non è richiesto alcun titolo di studio specifico, ma esclusivamente formazione e conoscenza della materia. Tra i più perplessi Luigi Castaldo, segretario provinciale Osapp, il presidente Uspp Giuseppe Moretti e il segretario regionale Ciro Auricchio.