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Faida dei morti bruciati dalla camorra tra Caivano e Grumo, il pentito: “La spaccatura dopo l’omicidio di Modestino Pellino”

Faida dei morti bruciati dalla camorra tra Caivano e Grumo, il pentito La spaccatura dopo l'omicidio di Modestino Pellino
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Sono parole pesantissime quelle che il neo pentito Antonio Cocci del ‘sistema di Caivano’ ha rivelato al magistrato della DDA dott.ssa Fulco durante l’interrogatorio risalente allo scorso giugno. Cocci ha raccontato i retroscena della guerra di camorra a Nord di Napoli e in particolare dei morti bruciati dalla camorra tra Caivano e a Grumo Nevano nel 2014.  Riavvolgiamo il nastro, i fatti si riferiscono ad un periodo lontano da quello odierno, . E tutte le vicende, a partire dallo scorso 17 febbraio, avrebbero lo stesso movente: la vendetta, pur se tardiva, per la morte di Mario Pezzella, luogotenente del clan Moccia a Cardito, ucciso in un ristorante nel 2005. Regolamento di conti che arrivò con nove anni di ritardo.

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Due cadaveri carbonizzati furono trovati in un’auto a Caivano. Sono seduti sui sedili anteriori, ma dalle denunce di scomparsa si risale ad Ambrosio e al suo autista Vincenzo Montino. Il 21 febbraio scorso venne trovato un terzo corpo, pure bruciato, in un’auto a Grumo Nevano. Si tratta di Aniello Ambrosio, ucciso per primo.

I tre morti carbonizzati appartenevano a uno dei sottogruppi dei Moccia, i Cennamo. Dopo tanti anni a parlare è Antonio Cocci Aniello D’Ambrosio… perché loro avevano subito l’uccisione di Pellino Modestino, che questo Aniello era amico a Modestino Pellino, veramente prima erano tutti amici, poi c’è stata questa spaccatura, prima era tutto… tutto… tutto sotto al clan Moccia, poi è nata questa spaccatura dopo l’uccisione di Pellino, e questo… perché deve sapere, dottoressa, che “pan e ran ” Pezzella e Ciccarelli sono fratelli, diciamo così, se vogliamo chiamarli così, dagli anni Novanta, perché io mi ricordo, perché io all’epoca già praticavo la casa di Ciccarelli, quando hanno ammazzato Massimo, già erano una cosa Pezzella, Russo, Ciccarelli all’epoca, e mi ricordo una cosa, che loro a “pan e ran” lo chiamavano papà all’epoca, per farvi capire quando è uscito Antonio Ciccarelli ed è stato fatto questo morto di Modestino Pellino, “pan e ran” Pezzella ha preso il cielo con le mani, perché lui… anche lui stava a terra perché gli avevano ammazzato il fratello a “pan e ran ”, quindi una cosa proprio di fratelli proprio lui e Tonino Ciccarelli il Pezzella, e questo diciamo D’Ambrosio voleva ammazzare Mattia Iavarone per fare… diciamo per rispondere alla morte del Modestino. Pezzeila già voleva ammazzare di sé Aniello, perché faceva parte sempre di quel gruppo là degli afragolesi, diciamo quelli là che avevano ammazzato il fratello. Aveva messo anche a disposizione dei soldi “pan e ran ” per far fare questo omicidio a..”. Insomma il pentito ha fatto una serie di dichiarazioni che ora sono al vaglio dei magistrati.

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