Piero Fassino denunciato per il furto di un profumo all’interno del duty free dell’aeroporto Fiumicino. Il parlamentare del Partito Democratico.
Fassino e il furto di un profumo nel duty free, la doppia ricostruzione
Secondo una prima ricostruzione dei fatti l’ex sindaco di Torino era in attesa dell’aereo per Strasburgo, dove avrebbe dovuto partecipare ai lavori della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Poco prima di imbarcarsi, Fassino si ferma al duty free e prende un profumo che avrebbe voluto regalare alla moglie del valore di 100 euro, proprio in quel momento gli squilla il telefono. E’ questo il momento chiave di quello che per il parlamentare è un semplice frainteso, mentre per le forze dell’ordine è a tutti gli effetti un tentato furto.
Fassino, infatti, mette in tasca il profumo e si allontana oltre le casse continuando a parlare al telefono. A quel punto scatta l’allarme anti-taccheggio ed il blocco da parte della security. Il politico, dopo aver provato a spiegare l’accaduto, cerca di risolvere la cosa bonariamente chiedendo di poter pagare il profumo, ma i vigilanti, dopo aver rivisto le immagine delle telecamere di videosorveglianza avvertono la polizia aeroportuale che denuncia Fassino per il tentato furto del profumo.
Denunciato per il furto del profumo, Fassino si difende
Il politico democrat ha poi dato la sua versione dei fatti, dichirandosi stupito per l’episodio che pensava di aver chiarito e confermato di aver involontariamente posto il profumo in tasca, perché distratto dalla telefonata ricevuta.
Sempre Piero Fassino qualche tempo fa aveva sventolato alla Camera dei Deputati la sua busta paga da parlamentare sostenendo che “si tratta certamente di una buona indennità, ma non è certamente uno stipendio d’oro”, aggiungendo che è “meno di quello che prende un medio dirigente di azienda. Per non parlare dei magistrati o di altre alte cariche dello Stato”.
