Si avvicina la prima udienza del processo di Alessandro Impagnatiello. L’obiettivo dei legali del reo confesso del femminicidio di Giulia, fidanzata che portava in grembo il bimbo. è puntare ad evitargli l’ergastolo. Il barman milanese è nel carcere di San Vittore. La data del primo incontro in tribunale è fissata per il 18 gennaio. Il 30enne, a quel punto, si troverà di fronte la presidente della prima corte d’assise, il giudice a latere e sei giudici popolari.
LA RICHIESTA DELLA PERIZIA PSICHIATRICA
Una strategia della difesa potrebbe essere quella di chiedere la perizia psichiatrica, ovvero un esame delle sue condizioni psichiche al momento del delitto. Ma nei mesi precedenti al 27 maggio, quando ha sferrato decine di coltellate contro la compagna (che aveva scoperto i suoi tradimenti con una collega), non risultano agli inquirenti episodi di violenza. Nel frattempo, Impagnatiello in carcere ha ricevuto la visita di un consulente psichiatrico, come riportato da tgcom24.
La procura punta sulla premeditazione. Sostiene che il ragazzo abbia studiato ogni dettaglio del suo piano. Perché? Ci sono ricerche online (ad esempio quelle su come ci si potesse sbarazzare di un corpo) e sull’acquisto di un topicida. Quel veleno che, in piccole dosi ogni giorno, somministrava alla fidanzata incinta al settimo mese per ucciderla assieme al feto.
OMICIDIO AGGRAVATO
L’accusa è di omicidio aggravato non solo dai futili motivi, dalla crudeltà e della convivenza, ma anche dalla premeditazione. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe messo a punto una strategia per liberarsi di Giulia, ma soprattutto del loro bambino che sarebbe dovuto nascere in estate.