Ieri pomeriggio un detenuto nordafricano ha bruciato il materasso della sua cella. A denunciare l’accaduto nel carcere di Airola è stato Sabatino De Rosa, vice coordinatore regionale campano per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “È stato provvidenziale – sottolinea il sindacalista – l’intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio che, pur numericamente ridotto in quantità, sono intervenuti in tempo, dando l’allarme ed assicurando i primi interventi. Ancora una volta la professionalità e la prontezza della Polizia Penitenziaria ha evitato il peggio”. In serata, poi, la struttura minorile è rimasta senza acqua e corrente elettrica per diverse ore, così come raccontato da De Rosa.
LE CONDIZIONI NEL CARCERE DI AIROLA
Inoltre SAPPE ha denunciato: “Le pessime condizioni di lavoro della Polizia Penitenziaria, anche per la cattiva organizzazione del lavoro. Non si conoscono ancora le ragioni e i motivi del folle gesto, ma quello che è certo che in tutto il carcere minorile erano di servizio solamente quattro unità di Polizia, compresa portineria e preposto: ogni agente aveva due Reparti, molto al di sotto della soglia minima di sicurezza. Un problema già esposto ampiamente in precedenza, ma i vertici dell’IPM sembrano fare orecchie da mercanti”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha sollecitato interventi ministeriali: “Si intervenga al più presto perché il Personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo. Non si può continuare così, senza un minimo di sicurezza per i colleghi che vanno a lavorare e non sanno se e quando ritorneranno a casa, senza contusioni o quant’altro. Mi preoccupa questo nuovo grave episodio avvenuto nel carcere minorile di Airola. Restano inascoltate le nostre segnalazioni al Dipartimento della Giustizia minorile e di Comunità di Roma sulle disfunzioni e sugli inconvenienti che si riflettono sulla sicurezza e sulla operatività delle carceri campane e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una significativa carenza di organico. Ed è incomprensibile che chi ha il dovere di intervenire, ossia l’Amministrazione della Giustizia minorile e di Comunità regionale e nazionale, non intervenga tempestivamente”.