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Franco Ricciardi intervistato da InterNapoli:”La mia quarantena tra caffè e musica. Il Covid come la livella”

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Ospite del nuovo format di InterNapoli ‘mezz’ora con…’ Franco Ricciardi, in una ‘chiacchierata’ fatta in diretta Instagram, ci ha parlato un po’ di sé, della sua musica e di come sta passando queste giornate in quarantena.

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Mai avrei pensato di restare in casa tutto questo tempo – racconta il noto artista -, il Coronavirus ha messo tutti sullo stesso livello, il ricco e il povero: come ”A livella’ di Totò, tutti sullo stesso piano. E questo, per quanto possibile, è un lato positivo della cosa. A me piace vedere il bicchiere sempre mezzo pieno”.

Un commento, poi, sulle polemiche scaturite in seguito alle parole di Vittorio Feltri: “Sono cose da stupidi, per me l’Italia è come il mondo, e io amo il mondo. Amo l’essere umano. Siamo una sola famiglia. Poi si sa, in ogni famiglia c’è sempre il fratello sc*mo. In ogni essere umano c’è un Sud e un Nord, magari uno del Sud la pensa come uno del Nord o viceversa, è una questione di carattere. Feltri, ad esempio, anche se fosse stato di Napoli, sarebbe stato uno sc*mo di Napoli. E’ di Milano e allora è uno sc*mo di Milano. E’ sciocco al di là della provenienze e ognuno di noi può essere Feltri come può essere Masaniello”.

“Voglio essere portavoce di chi non ha voce”

Io non mi definisco un cantautore, ma un cantapopolo. Perché il popolo sono io e lo racconto. Sono felice che oggi ci siano tante persone che mi ascoltano, osservano e giudicano anche. Mi fa sempre piacere un giudizio, anche se negativo, perché nella vita si deve crescere, si deve imparare, fare errori. Amo il contatto con la gente, questo è il mio carattere. E questo lavoro qui per me non è un lavoro ma un credo, una vocazione.

Ricciardi racconta poi del suo amore per la musica: “Come dico nella mia biografia ‘se non avessi fatto il cantante, avrei fatto il cantante’ perché per me la musica va al di la la facciata. Amo la musica che per fortuna è diventata anche un lavoro ma, anche se non avessi avuto il successo che ho avuto, avrei fatto un altro lavoro ma comunque di sera mi sarei cimentato con la musica. Non ho mai immaginato la mia vita senza di lei”.

Come è nata ‘Vivalità’

In questi giorni di quarantena Ricciardi, con l’aiuto dei suoi fan, ha lanciato il suo nuovo singolo ‘Vivalità’: “In questo periodo tutti fanno le pizze, quindi mi sono detto: perché non fare un dolce? Il mio dolce è però una canzone, fatta in diretta Instagram con i miei fan. Abbiamo fatto sia il testo che la musica. Si chiama ‘Vivalità’ come rivalità, vivalità, essere vivo”

Fortunatamente l’unica cosa che il Coronavirus non può fermare è la musica – racconta il noto cantautore -, escono pezzi in continuazione. Ogni cosa ha una colonna sonora che l’accompagna, in ogni occasione c’è sempre stata la musica. ‘O’ surdato ‘nnamurato’, ad esempio, ha accompagnato i periodi di guerra”.

In poche ore il nuovo singolo sta già spopolando sui social, diventando un vero e proprio tormentone. L’auspicio dell’ennesimo successo per un’artista che, come racconta lui stesso, ha sempre vissuto di musica: A ottobre saranno 34 dischi, il primo nel 1986. Canto da quando ero piccolo. La prima volta in terza elementare, alla festa di fine anno. Ricordo ancora gli odori, la gente. Cantai ‘Mamma, son tanto felice’.

“Ascolto musica a 360 gradi, da Micheal Jackson a Mario Merola”

Ricciardi, restando in ambito musicale, ci racconta poi di come non sia cresciuto con nessun artista in particolare: Non ho un mito, perché ascolto musica a 360 gradi. Da Micheal Jackson a Mario Merola. Tutta la musica che mi emoziona”.

Sono senza preconcettiracconta – non li amo. Anche se mi hanno sempre etichettato ma ve be, è la vita. Ma mi fanno divertire queste persone, più sono grandi, dei piani altissimi, più mi fanno divertire. In molti mi chiedono di dove sono, ed io per scherzare gli rispondo ‘sono di Scampia, stai attento, ti rubo la borsa’. Queste persone con i preconcetticontinuami fanno divertire, perché sono del parare che la satira aiuta a esorcizzare le cose. Io sono molto autoironico, non mi prendo mai sul serio. Devi continuamente metterti in gioco, confrontarti. Imparare ad avere torto, perché quella ‘non ragione’ ti porterà a una conoscenza”.

“Ho provato a partecipare due volte a Sanremo”

Non mi voglionoscherza Ci ho provato un paio di volte, sarei ipocrita a negarlo. Ma non è andata. E’ un gioco un po’ più grande. Sapete perché ho vinto i David di Donatello? Perché non lo sapeva nessuno. Io mi arrendo facilmente – continua – perché per me deve essere una cosa bella, leale”.

Sul rinvio del musical andato sold-out: “Dovevo fare altre 3 date e poi il 26 giugno all’Arena Flegrea. Ci hanno messo un attimo in pausa ma quando, e se ripartirà il teatro, noi riprendiamo le date”.

La vittoria dei due David di Donatello

“La prima volta nel 2014 l’ho dedicata a Ciro Esposito, la seconda nel 2018 a Napoli – racconta l’artista napoletano, che elogia i Manetti Bros -. Sono due persone fantastiche, con loro non ho paura, mi accompagnano, quindi ho accettato. Nel cast ho avuto grandi amici come Carlo Buccirosso, Giampaolo Morelli e Serena Rossi. Poi io sono uno che ama chiedere, dire ‘mi insegni?’, e allora quando la vivi così diventa facile”.

“Il cinema e il canto si somigliano tantissimi – spiega Ricciardi -. Perché tu quando canti è come se ogni tanti recitassi, perché non sempre racconti te stesso. A volte capita che canti il pensiero di un’altra persona e allora questo, nello spettacolo, ti aiuta”.

Il simpatico siparietto sul caffè

Dopo l’ennesimo sorso di caffè, Ricciardi si ‘giustifica’ così in diretta con i suoi fan:“Wagliù io lo prendo sempre, perché il mio è leggerissimo, tant’è che ci metto più acqua che caffè. Sono un po’ americano sul caffè, mi piace dolce e ‘acquariello’. E quasi ”o zuccher rind ‘o cafè’. L’artista scherza poi con i suoi fan: “Lo so che non siete d’accordo, scusatemi, ma a me piace così”.

“InterNapoli è la mia notizia, mi informo sempre da voi”

“Vi seguo sempre, siete diventati la mia notizia. Non vedo telegiornali, nulla. Non mi informo lì, ma non per vigliaccheria, bensì perché credo che in questo periodo così difficile è meglio se almeno noi della musica non vi angosciamo”.

L’amicizia con Gianni Simioli e il ricordo di Loredana


Con loro sono amico da sempre. Io e Gianni ci siamo conosciuti a fine anni 70, inizio 80. Ricordo che da piccolo andavo giù la galleria a via Toledo, dove prima cera il ‘mercato della musica’. Prima di Internet, lì si riuniva tutta la musica, impresari, musicisti, produttori della musica popolare. Io andavo in galleria con il pullman, poi a piedi da Piazza Dante. Al ritorno invece mi dava spesso un passaggio Gianni Simioli, aveva un 600 beige. Mi accompagnava perché abitavamo insieme a Secondigliano”.

“Sto vivendo questo periodo con attenzione”

“Questo periodo lo sto vivendo con attenzione ma non mi spaventa. Prendo tutte le precauzioni, ma odio non avere contatti diretti con la gente. Qualche volta che sono sceso per la spesa, della gente che voleva avvicinarsi non ha potuto e mi ha fatto male. È una cosa che ti segna. Tutti con le mascherine fa impressione”.

Infine, un pensiero sulla fase 2: 

“Dal 4 maggio mi aspetto che non sia un ‘liberi tutti’. Ma credo e mi auguro che sia una cosa graduata”.

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