Home Cronaca Frullone, si incatenano in casa per evitare lo sfratto: “Non abbiamo alternative”

Frullone, si incatenano in casa per evitare lo sfratto: “Non abbiamo alternative”

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A rischio sgombero senza alcuna alternativa abitativa pronta. Per tre dei 9 nuclei familiari che vivono dall’inizio degli anni ’80 in condizioni difficili all’interno delle aree dell’ex manicomio della sede Asl Napoli 1 Centro del Frullone di via Comunale del Principe 13/A, l’incubo sfratto si è nei fatti materializzato. Oramai da tempo la direzione dell’Azienda Sanitaria locale napoletana ha chiesto alle famiglie di andarsene con la motivazione che l’edificio dovrà essere destinato ad ospitare nuovi uffici dei dipendenti Asl.

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Le famiglie barricate

Lo sgombero delle 3 famiglie sulle 9 totali, con circa 45 persone, di questi molti minori e disabili residenti su tre piani (uno chiuso), era previsto nella giornata di oggi. Per evitare che ciò possa accadere, i componenti dei nuclei insieme agli attivisti della Campagna per il diritto all’Abitare e il consigliere comunale Rosario Andreozzi hanno deciso dalla prime ore della mattina di barricarsi e incatenarsi all’interno nello stabile per evitare l’uscita definitiva tentando una trattativa con l’ufficiale giudiziario e i rappresentanti dell’Asl. A presidiare il posto, gli agenti della Digos di Napoli.

«Ci sono famiglie che guadagnano poco e sono senza garanzie economiche, trovare altri alloggi, con i fitti alti, è difficile» afferma a InterNapoli.it Alessia Petrecca, una delle abitanti a rischio sgombero. Alessia facendosi portavoce delle istanze delle famiglie, però chiarisce: «La nostra intenzione non è mica quella di continuare per forza a vivere tutta la vita in queste case ammuffite, umide e bisognose dei lavori». 

Sgombero Chiaiano, le poche risorse

Il problema resta, come spesso accade, quello di reperire un alloggio degno a cifre sostenibili. «Ci siamo informati – dice sempre Alessia – e per una famiglia con minori la cifra per avere un alloggio non scende sotto i 500 euro. Noi non abbiamo colpa per questa situazione, L’Asl in questi anni ha pagato le utenze non perchè noi non volevamo pagarle, ma perchè non avevamo sufficienti risorse». 

La posizione degli attivisti della Campagna per il diritto all’Abitare

«Alcuni di questi nuclei familiari sono anche assegnatari di un alloggio popolare che non hanno mai ricevuto» affermano gli attivisti della Campagna per il diritto all’Abitare a Napoli che poi aggiungono: «L’Asl e il suo manager Verdoliva hanno proposto appartamenti di proprietà dell’ente ma a canone di mercato (si parla anche di 750 euro di affitto al mese ndr.) a persone senza reddito che per questo vivono da quarant’anni in una struttura degradata e adattata a case». Per gli stessi attivisti si tratterebbe della «ennesima vergogna per questa città, una grave responsabilità per gli amministratori dell’Asl, del Comune, della Regione Campania! Facciamo appello a che le Istituzioni non permettano questa nuova macelleria sociale».

Gli attivisti e Rosario Andreozzi hanno anche proposto un tavolo di concertazione tra Regione Campania, Asl Napoli 1 Centro e Comune di Napoli per prospettare una soluzione per queste famiglie. «L’Asl Napoli 1 Centro ha decine e decine di alloggi vuoti che non occupa L’amministrazione comunale non riesce a dare loro un’opportunità di un alloggio pubblico pure essendocene decine vuoti  Ricordiamoci che queste famiglie sono indigenti, non hanno un centesimo».

La nota dell’Asl Napoli 1 Centro

In una nota l’Asl Napoli 1 Centro chiarisce:

“In data 22.01.2024 è stato eseguito il quarto accesso per l’esecuzione degli sfratti.
In tale data il Comune di Napoli, nella persona del Vice Sindaco Prof. Laura Lieto, presente nel corso del detto quarto accesso, si impegnava entro e non oltre dieci giorni ad effettuare un’istruttoria sulle posizioni degli esecutati individuando eventuali soluzioni alternative alloggiative, se iscritti nelle liste dei concorrenti agli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica ovvero, stante la presenza di soggetti con gravi disagi fisici, ad individuare le adeguate strutture ove allocarli. Tale istruttoria ha dato esito negativo (fonti comunali).
Quanto sopra è stato anche oggetto di incontro in Prefettura tra ASL Napoli 1 Centro, comune di Napoli e associazione inquilini ed è emerso chiaro che la ASL Napoli 1 Centro non può fare altro che chiedere con determinazione l’esecuzione degli sfratti conseguenza di sentenze. In data odierna – 8.02.2024 – è in corso il quinto accesso per l’esecuzione degli sfratti di cui all’oggetto. Nelle prossime settimane saranno 6 le altre famiglie che dovranno lasciare gli immobili occupati senza titolo e senza che pagano da sempre canone e utenze”.

Il rinvio

A metà pomeriggio è arrivata la notizia di un rinvio dello sgombero per motivo di ordine pubblico. Stando a quanto trapela, l’ufficiale giudiziario incaricato lunedì rimetterà alla valutazione del magistrato l’indicazione di una nuova data di sgombero. Dal canto loro i comitati civici, il presidente dell’Ottava Municipalità Nicola Nardella intendono chiedere un tempo sufficiente per fare in modo che le famiglie possano garantirsi una nuova sistemazione.

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