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Lacrime a Casoria per i funerali di Gianluca Coppola: “È innaturale vedere un figlio morire”

Funerali Gianluca Coppola (nel cerchio)
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“E’ innaturale vedere un proprio figlio morire”, così il parroco della chiesa San Mauro di Casoria ai fedeli, durante i funerali di Gianluca Coppola, il 27enne ferito in un agguato a Casoria lo scorso 8 aprile, per motivi passionali, e deceduto all’ospedale Cardarelli di Napoli la notte del 17 maggio. “Esprimiamo le più sentite condoglianze alla famiglia Coppola”, continua il sacerdote, “Gianluca che in paradiso ti accompagnino gli angeli…” conclude. Poco prima dell’uscita della bara, tutti i presenti si sono uniti in un lungo e sentito applauso. I funerali di Gianluca Coppola si sono tenuti alle 17 presso la chiesa di San Mauro di Casoria.

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Omicidio Gianluca Coppola a Casoria, il papà tentò di fermare il killer: “Fermati”

Tentò di fermare il killer mentre sparava a suo figlio. Gli disse “fermati”, ma Antonio Felli non solo continuò nel suo disegno criminale ma minacciò anche il padre di farsi da parte. Il retroscena sugli attimi terribili avvenuti lo scorso 8 aprile sull’agguato a Gianluca Coppola, morto martedì 18 maggio, sono contenuti nelle 43 pagine del decreto di fermo. Felli ora è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e aggravato dall’associazione camorristica. Infatti, secondo i magistrati, Felli agì con metodo mafioso.

“Operò con freddezza e precisione, a volto scoperto, con platealità. Ostentando la propria identità per conferire esemplarità al gesto. Ed “evocando”, nel soggetto passivo, alla luce delle modalità adoperate per la commissione della condotta, la consapevolezza dell’appartenenza ad un’associazione mafiosa. Sintomatica della quale appare anche la reticenza riscontrata nell’accertamento dei fatti”, scrivono i magistrati.

Roberto Coppola, papà di Gianluca, nel raccontare ai magistrati la dinamica della sparatoria, precisò “di aver invano rincorso e raggiunto l’aggressore con l’intento di bloccarlo, ma questi gli avrebbe puntato la pistola contro riferendogli in dialetto napoletano “fermali fermati che ti sputo in faccia”.

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