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«Devi stare calmo». Il timore di una vendetta spinse Genidoni a chiedere aiuto al clan

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Dopo la strage delle Fontanelle e tutto il clamore mediatico che ne seguì Antonio Genidoni, capo dei ‘Barbudos’ cercò di avvalersi dell’aiuto dei Sequino per suggellare il suo controllo sul quartiere e soprattutto per arginare la possibile vendetta dei Vastarella contro il suo gruppo. C’è questo e molto altro nell’ultima ordinanza che ha interessato i gruppi della Sanità, quella contro il clan Mauro. Stando alle carte e alle informative delle forze dell’ordine la mossa di Genidoni l’aveva portato a contattare Nicola e Salvatore Sequino con cui il figlio di Pierino Esposito aveva prenotato un colloquio. «Amo vai da zio e metiamoc a fac tutti perchè mista saltando la testa». Il suo interlocutore gli confermava di aver già prenotato il colloquio: «Amo già te lo detto dammi tempo che vado, già l’ho prenotato il colloquio … Tu devi stare calmo per che questo e il gioco di per farti saltare con i nervi e fai qualche fallo domani ci mando l’imbasciata e ti faccio sapere».

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Nel frattempo Antonio Genidoni aveva la preoccupazione per la sorte di Raffaele Ultimo Cepparulo entrato nel mirino dei Vastarella e che era stato sistemato a casa degli Staterini tanto che lo invitava con insistenza a non muoversi per nessun motivo e ciò ovviamente per tutelare la sua incolumità.   «Amo tutto appost ti raccomando non muoverti da loc per nessun motivo al mondo». Genidoni, inoltre, chiedeva a Cepparulo di riportare una serie dì messaggi alla moglie di uno zio detenuto,ovvero il 44enne Eduardo Spina, all’epoca
detenuto presso il carcere di Rebibbia.

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