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Geolier fuori dalla top 5 ma è il più ascoltato in radio e nelle piattaforme digitali: “Le classifiche non servono a niente”

Geolier fuori dalla top 5 ma è il più ascoltato in radio e nelle piattaforme digitali: "Le classifiche non servono a niente"
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Fuori dalla top 5 ma già in cima ai passaggi radio e nelle piattaforme digitali. Geolier sta riscontrando un grande successo. La sua canzone p’me, tu p’te sta avendo un ottimo riscontro sui vari socia.

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Tra i 5 cantanti più votati non figura il napoletano Geolier, ma un’altra dichiarata tifosa del Napoli si è posizionata al secondo posto: Angelina Mango. Al primo posto Loredana Berté, completano la top5 Annalisa (terza), Diodato (quarto) e Mahmood (quinto).

Al termine della performance però Geolier non ha ricevuto un applauso caloroso da parte del pubblico e anche sui social i commenti non sono stati tutti positivi. Qualcuno ha scritto che non si capiva niente e che ci volevano i sottotitoli mentre altri lo hanno difeso dicendo che era più comprensibile il suo testo in napoletano che quelle delle altre in italiano.

L’intervista di Geolier a SKy

Ha portato all’Ariston il dialetto napoletano dei rioni, dei quartieri. Geolier è salito sul palco del Festival di Sanremo con I p’me, tu p’te, un brano identitario. Il cantante è atteso da tre concerti allo stadio Diego Armando Maradona oltreché un altro al Lucca Summer Festival. Il rapper ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni del Tg di SKY: “Perché ho scelto il dialetto? Il napoletano stesso mi ha spinto in questa direzione, volevo portarlo all’Ariston senza snaturarmi. Nasce di fondo in napoletano e porta il messaggio del rispetto nella coppia, parla di quando un amore finisce e se non lo si comprende la situazione diventa tossica”.

La scelta della lingua ha diviso: c’è chi dice che hai snaturato una lingua, chi che la valorizzi, chi che Sanremo è il Festival della canzone italiana e dunque non va bene: il tuo pensiero?

“Io lavoro così d’altra parte il napoletano è sempre cambiato, da Salvatore Di Giacomo a me ci sono stati mille mutamenti. Il napoletano non ha grammatica ma abitudini, io parlo quello rionale”.

Al di là dei dibattiti è un pezzo che sottolinea la tua identità artistica: in futuro procederai su questa linea?

“La mia arte è il napoletano, magari qualcosa in italiano arriverà ma solo per dimostrare che so fare anche quello”.

Che pensi del fatto che fino alla finale niente classifica?

“Ti dico che per me le classifiche non servono mai a niente, è sminuire l’arte”.

Con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio farete un medley che è Strade: cosa puoi dirmi?

“Rappresentano tre sfaccettature della mia musica. Gigi è Napoli, tutti sono legati a Napoli. Al di là dell’amicizia, Gigi è cultura, con Luché e Guè ci sono cresciuto, mi porto all’Ariston il mio passato e il mio presente”.

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