Home Cronaca Restano in carcere i rapinatori di Gianni, s’indaga su altri colpi

Restano in carcere i rapinatori di Gianni, s’indaga su altri colpi

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Rapinarono e picchiarono il rider Gianni, i 4 minorenni restano in carcere. Il Tribunale del Riesame dei Minori di Napoli ha convalidato la misura cautelare in carcere per i quattro minorenni arrestati per aver aggredito Gianni. L’episodio violento contro il rider si verificò il 2 e il 3 gennaio scorso a Calata Capodichino. Il video del pestaggio per rapinargli lo scooter ha suscitando indignazione per l’efferatezza con la quale hanno colpito l’uomo.

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Sei ore di camera di Consiglio, dopo le richieste del collegio difensivo che aveva chiesto il collocamento in comunità per tutti e quattro i ragazzi. Giovani tutti imparentati con pregiudicati della zona di Secondigliano. Intanto il pm Nicola Ciccarelli continua le indagini per verificare se i minorenni sono stati responsabili anche di un alto colpo avvenuto ore prima. Inoltre venerdì sarà la volta dei due maggiorenni, accusati rapina aggravata dalla crudeltà.

Primo giorno di lavoro per il rider derubato a Napoli, Gianni ha preso servizio in un negozio a Casoria

Gianni Lanciato il rider aggredito e derubato dello scooter alcuni giorni fa a Calata Capodichino stamane ha iniziato di nuovo a lavorare come macellaio in una catena di supermercati. Ha preso servizio nella sede di Casoria“. A darne notizia sono il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli e il conduttore radiofonico Gianni Simioli che avevano reso nota la sua vicenda. “Grazie alla mobilitazione generale di solidarietà legata a questa vicenda siamo riusciti anche a mettere in contatto altri cittadini che avevano necessità di lavoro con salumerie e supermercati. Persone che avevano bisogno di personale e quindi a dare altre opportunità di occupazione.”

“Non ho mai rifiutato il lavoro – ha spiegato Gianni – ma ho semplicemente fatto dei colloqui in questi giorni con chi me l’aveva offerto senza secondi fini. Non volevo finire sotto i riflettori mediatici, non ho scelto io di essere rapinato e aggredito. Mi dispiace che qualche imprenditore abbia tentato di farsi pubblicità sulla mia vicenda cercando di speculare su questa vicenda. Anche il fatto che io non fossi disponibile a lavorare in provincia era sbagliato. Infatti ho preso servizio a Casoria. Adesso chiedo solo di poter tornare alla mia vita normale e ringrazio di cuore a chi mi ha offerto questa occasione”.

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