Home Cronaca Giocate al centro scommesse senza pagare, 31enne di Arzano assolto e scarcerato

Giocate al centro scommesse senza pagare, 31enne di Arzano assolto e scarcerato

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Erano stati arrestati nel marzo scorso con l’accusa di aver minacciato un lavoratore di un’agenzia di scommesse per costringerlo a realizzare 31 giocate senza pagare. Con queste accuse erano così finiti in manette Giovanni Russo, 31enne di Arzano, suo fratello Luca e Andrea Ascione, 24enne di Casandrino. Il pubblico ministero aveva chiesto per i Russo la condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione.

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Richiesta completamente disattesa dal tribunale di Napoli nord che, accogliendo le argomentazioni dell’avvocato Angelo De Falco dello studio legale Gallina, ha assolto Luca Russo, provvedendo alla sua immediata scarcerazione. Per il fratello Giovanni, difeso sempre dall’avvocato De Falco insieme al collega Mauro Zollo, il Tribunale, previa riqualificazione dei fatti contestati lo ha condannato a due anni e quattro mesi di reclusione. Inoltre l’autorità giudiziaria ha ha sostituto la misura autodetentiva applicata a Russo con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria rimettendo Russo in libertà.

Le accuse contro i Russo

La vicenda inizia quando un dipendente di un punto scommesse a Piano di Sorrento si reca presso la stazione Carabinieri di quel comune per denunciare che, il giorno precedente, tre individui a lui sconosciuti, entrati nei locali della citata agenzia nel corso del suo turno di lavoro, lo avevano costretto ad effettuare una serie di 31 giocate senza corrispondere il relativo pagamento, pari complessivamente a 3.360 euro, procurandosi, inoltre, l’ulteriore ingiusto profitto di 100 euro, costituito dalla differenza tra l’importo delle prime 21 giocate effettuate e la vincita di alcune di esse.

Tale costrizione sarebbe avvenuta mediante minacce verbali, rivolte con tono perentorio, che avrebbero ingenerato nel denunciante, nonché nel collega che al suo fianco stava assistendo alla scena, un concreto timore per la propria incolumità. Le indagini, svolte mediante l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza pubblici e privati della zona e con altre successive attività di investigazione portarono all’identificazione dei tre poi riconosciuti in fotografia dalla vittima. Accuse sgretolatesi grazie all’abile lavoro del collegio difensivo.

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