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“Curatemi, non voglio morire”, l’appello disperato di Giovanni: 60enne di Scampia dializzato col Covid

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Positivo al Covid e soggetto a dialisi da 3 anni perché senza un rene per ben 6 ore in ambulanza dinanzi al Cotugno ad aspettare di essere assegnato un posto letto. L’odissea delle cure sanitarie in Campania anti Coronavirus vede questa volta protagonista Giovanni Tuccillo, 60enne residente a Scampia. L’uomo, protagonista di alcuni video in cui erudisce il popolo dei social sulla sua vicenda solo pochi minuti fa, dopo aver trascorso buona parte della giornata su un mezzo del 118 con due operatori davanti all’ingresso dell’ospedale specializzato in cure delle malattie infettive, riesce ad ottenere il tanto agognato ricovero.

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Al telefono con InterNapoli.it, Giovanni racconta: «Ho avuto i brividi di freddo per tutto il giorno e sono stato dalle 13 di oggi sull’ambulanza davanti al Cotugno senza sapere nulla perchè ho capito che non c’erano posti disponibili nell’immediato. Sono positivo al Coronavirus e se i miei figli non avessero insistito il 118 a casa dopo il peggioramento delle mie condizioni non sarebbe mai arrivata. Menomale che almeno i due operatori che sono qui con me mi hanno dato conforto prima del ricovero». Giovanni, così come suo figlio Gaetano scopre la propria positività al Covid ieri, lunedì 12 ottobre, dopo aver effettuato con il tampone. Mentre Gaetano è asintomatico, per il 60enne, il risultato del test naso-faringeo porta ad una doppia iattura: quella di combattere il Covid da un lato, e dall’altro l’interruzione della dialisi ad un centro convenzionato di Napoli che l’ha in cura da tempo. Un trattamento necessario, quella della dialisi, perché Giovanni dal 2018 è senza un rene che gli era stato trapiantato agli inizi degli anni 2000 (già una quindicina di anni prima subì un primo trapianto).

Non solo, Tuccillo viene già da un ricovero in pieno agosto a causa di un’infezione all’intestino. Scoperta la positività, il figlio Gaetano e le altre due figlie nella giornata di lunedì chiamano i carabinieri visto il mancato arrivo dell’ambulanza reiteratamente allertata. Giovanni viene trasferito a Scafati, in provincia di Salerno, per consentire per aver il trattamento che la struttura di Napoli al momento non gli garantisce più dopo la scoperta della positività (ma l’interruzione dovrebbe essere momentanea in questo caso). «La dialisi – racconta ancora il 60enne –  è durata poco più di due ore perché l’ambulatorio di Scafati doveva chiudere e hanno dovuto staccare i macchinari. Di solito la terapia dura di più, 4 ore a seduta per 3 volte a settimana».

Tornato presso l’abitazione di Scampia lunedì sera, Tuccillo scopre di avere la febbre a 39. Dopo una nuova visita a domicilio del 118, questa mattina la sua famiglia richiama il 118 per il trasferimento e il ricovero al Cotguno per difendersi dal Covid. Sembra la luce in fondo a tunnel, ma invece Giovanni dovrà attendere sino alle 18 di oggi per essere ospedalizzato. «Ho comunque paura che se mi dovessero ricoverare ma fossi costretto a recarmi a fare la dialisi, possa anche perdere il posto letto in ospedale. Sono preoccupato» confida Giovanni sempre dal letto del 118. Intanto, il figlio Gaetano, come detto anch’esso positivo al Covid ma senza sintomi e dunque in isolamento domiciliare, invia una pec alla Regione Campania, all’Asl Napoli 1 Centro, al sindaco di Napoli Luigi de Magistris e all’Assessorato comunale alle Pari Opportunità per tentare di sbrogliare la matassa. Attorno alle 18, la svolta: Giovanni entra nel reparto di prima accoglienza del Cotugno dove viene sottoposto ad alcuni test medici. Sperando sia la fine del viaggio nelle acque sempre troppo torbide della sanità campana.

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