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Giugliano, 15enne in casa famiglia dopo 5 rapine. L’avvocato replica a Borrelli: “La Costituzione prevede la rieducazione della pena, basta fare leoni da tastiera”

La replica dell'avvocato Luigi Poziello
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Ha sulle spalle un’accusa per ben 5 rapine a mano armata eppure non finirà il carcere. Infatti per il 15enne F.A., soprannominato “Pipillo” per la sua corporatura esile, è stato predisposto un periodo in comunità. Il Giudice del Tribunale dei minorenni di Napoli, Dottoressa Anita Polito, accogliendo l’istanza del suo avvocato Luigi Poziello, ha firmato l’ordinanza di revoca della custodia presso il carcere di Nisida e ha concesso al 15enne giuglianese di seguire il suo percorso presso una casa famiglia.  Pipillo aveva commesso le rapine facendo parte di una baby-gang composta da 5 minori. Lo scorso maggio il pubblico ministero del Tribunale dei minorenni di Napoli, Claudia De Luca, aveva concluso le indagini preliminari nei confronti dei 5 minorenni arrestati lo scorso 19 marzo e aveva chiesto il giudizio immediato, che è stato concesso dal gip Paola Brunese. I minori, attraverso i loro legali, avevano chiesto la messa alla prova. Ai 5 minori, tutti di Giugliano sono stati contestati, a vario titolo, 5 rapine aggravate, porto e detenzione di armi, lesioni.

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L’ultima rapina, che culminò in un pestaggio, risale a un mese fa a Giugliano. La baby gang aggredì con inaudita violenza un dipendente di un distributore di carburanti, colpendolo ripetutamente con il calcio della pistola sulla testa e con calci e pugni dopo averlo fatto cadere per terra. L’episodio fu denunciato con la diffusione sui social di un video dal consigliere regionale di Europa Verde Francesco Borrelli. Altri due raid sono stati commessi tra Natale e Capodanno scorsi in danno di un supermercato e di una pharmasanitaria.

In tutti i casi i rapinatori hanno adoperato una pistola per minacciare le vittime e per farsi consegnare il denaro provento delle giornate di lavoro. Un’altra rapina fu commessa ai danni di una coppia di cinesi, titolari di un’attività commerciale a Via Aviere Mario Pirozzi di Giugliano, che furono aggrediti fisicamente con calci e pugni.

Le parole di Borrelli

Ed è proprio Borrelli a scagliarsi contro la decisione del tribunale: “Come si può pensare di fare giustizia e di ‘raddrizzare’ un ragazzo, chiaramente votato al crimine, se invece di condanne esemplari lo si manda in comunità riducendo la pena a poca roba? Non è la prima volta che accade e non sarà certo l’ultima. Se si vuole davvero recuperare questi giovani, e allo stesso tempo mandare un messaggio agli altri, occorre che chi sbaglia debba pagare davvero e conseguentemente essere recuperato alla vita sociale. Attualmente invece si ha una idea di impunità diffusa che spinge i giovani criminali a ripetere i reati facendone anche di peggiori fino all’omicidio” – ha dichiarato il consigliere Borrelli, a cui ha replicato però l’avvocato Luigi Poziello, legale del minorenne.

La replica dell’avvocato Luigi Poziello

Il legale risponde così al consigliere regionale: “Gentile Onorevole Borrelli, mi dispiace che abbia letto sommariamente l’articolo del minorenne scarcerato e commentato frettolosamente, con un comunicato stampa fuorviante, una notizia che ha completamente distorto. Il 15enne di Giugliano, mio assistito, reo di aver commesso 5 rapine, è stato in carcere (la correggo, in IPM) per ben 4 mesi, iniziando un serio percorso di rieducazione e risocializzazione, come la Costituzione prevede e NON come i leoni da tastiera (non si offenda!) vogliono far credere diversamente. Il minore è stato seguito diligentemente da seri professionisti che lavorano, nonostante mille difficoltà, presso l’istituto di Nisida (Le consiglio: perché non va a fare una visita di persona?) e solo dopo tale percorso, un magistrato, in nome popolo italiano, ha deciso di attenuare la misura cautelare, rispondendo il collocamento presso una altrettanto seria e stimata casa famiglia, ove il minore sarà inserito in progetti di inclusione scolastica e lavorativa. Forse per Lei e per i leoni da tastiera, invece, dovevamo portarlo sulla sedia elettrica? Dovevamo chiuderlo in cella e buttare le chiavi nel bellissimo golfo di Napoli? Credevo che un onorevole della Regione Campania avesse una visione della pena diversa, così come la Costituzione impone. Ah, se vuole acquisire competenza in materia, prima di divulgare notizie tendenziose, Le propongo di praticare il mio studio legale per un periodo di tirocinio”.

 

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