Determinante per il prosieguo delle indagini è risultato essere il collegamento con un’altra attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, nel corso delle cui attività tecniche di intercettazione emergeva una conversazione tra due persone (di cui uno risultato essere il fratello della persona sottoposta agli arresti per la rapina commessa in Giugliano in Campania del 30 giugno 2016) che rivelavano anche il soprannome del complice che si era dileguato nell’occasione di quell’episodio criminoso.
Nel corso delle suddette attività tecniche, si veniva a conoscenza, altresì, che lo scooter utilizzato per compiere quella rapina era sempre stato nella esclusiva disponibilità della persona tratta in arresto in data 30 giugno 2016. Lo scooter, in questione, infatti, era stato restituito all’avente diritto a seguito di istanza con la quale quest’ultimo, contrariamente al vero, aveva asserito che ne era l’eettivo utilizzatore e che solo nell’occasione di quell’evento delittuoso era stato utilizzato dall’autore del reato. Nel corso delle operazioni odierne la persona destinataria della misura restrittiva in carcere cercava vanamente di dileguarsi attraverso il tetto dell’edificio dove si trovava ma veniva ugualmente tratto in arresto grazie alla prontezza dei militari operanti che avevano preventivamente circondato l’edificio e posto in essere un servizio di osservazione.