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Gli ‘appoggi’ dei narcos napoletani: depositi utilizzati per droga, armi e auto modificate

Gli 'appoggi' dei narcos napoletani depositi utilizzati per droga, armi e auto modificate
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Box auto o piccoli garage, spesso situati in grandi parchi, utilizzati come appoggi dei carichi di droga. Il retroscena emerge dall’ordinanza che ha portato all’arresto i narcotrafficanti legati a Bruno Carbone. Gli appoggi, così come in gergo venivano chiamati, si trovavano in un box auto del Parco Neola sito in Marano di Napoli (NA) alla via Corree di Sopra civ. 6;
box auto del Parco Antonella sito in Marano di Napoli (NA) alla via San Rocco civ. 48;
box-cantinola del Castello Scilla sito in Marano di Napoli (NA) alla via Marano Pianura civ. 72; box auto sito in Marano di Napoli (NA) alla via Perreca civ. 4/F; box auto sito in Quarto (NA) alla via Crocillo civ. 77/79 (Parco Angela); modulo abitativo residence sito in Giugliano in Campania (NA) alla via Ripuaria civ. 229; capannone industriale sito in Giugliano in Campania (NA) in viale dei Pini Sud civ. 7.

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L’abitazione di Vincenzo Della Monica, situata a Marano, veniva utilizzata come luogo di ritrovo e di riunione, precisamente quale punto di incontro finale del gruppo, anche e soprattutto in relazione alla raccolta del denaro provento del narcotraffico: tale base logistica ha costituito per gli associati un punto strategico, dove poter comunicare in maniera diretta ed “in chiaro” relativamente ai propri traffici illeciti, al sicuro da eventuali intercettazioni operabili da parte delle forze dell’ordine.

Gli appoggi, invece, veniva utilizzati come depositi per lo stoccaggio dello stupefacente in giacenza, delle armi del gruppo, nonché per la custodia dei veicoli utilizzati per il trasporto del narcotico. Tali depositi (spesso siti all’interno di garage auto, di cantinole ovvero di capannoni) venivano custoditi dai membri del sodalizio, che disponevano delle relative chiavi di apertura e telecomandi. Grazie alle captazioni ambientali ed ai tracciati GPS delle vetture monitorate, si è potuto ricostruire il percorso coperto dai corrieri dell’associazione, impegnati nei prelievi del narcotico e nelle successive consegne in favore dei clienti, e risalire all’esatta ubicazione dei depositi.

La distribuzione dello stupefacente in giacenza, delle proprie armi, nonché degli stalli dei propri mezzi “a sistema” in differenti e molteplici locali era finalizzata strategicamente a minimizzare la perdita, nel caso di individuazione di uno degli “appoggi” da parte delle forze dell’ordine.

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