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“Gli diedi uno…cinque, sei tutti nella macchina appresso e lui fuggì”, le intercettazioni dopo l’agguato a Ciro Marigliano

pio valda ed emmanuel
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Francesco Pio Valda, il giovane accusato dell’omicidio dell’innocente Francesco Pio Maimone, è stato indagato, assieme ad Emmanuel Aprea, per il tentato omicidio di Ciro Marigliano, avvenuto il 16 febbraio 2023 a San Giovanni a Teduccio.

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Francesco Pio Valda è accusato di aver sparato cinque o sei colpi di pistola contro l’auto del Marigliano, mentre fuggiva dal fuoco nemico. Valda è stato intercettato mentre raccontava l’accaduto al telefono “Gli diedi uno…cinque, sei tutti nella macchina appresso e lui fuggì”. L’indagine sul tentato omicidio di Ciro Marigliano fa parte di un’operazione più vasta che ha portato all’arresto dei fratelli e della nonna di Pio Valda e altre sette persone per reati che vanno dall’associazione mafiosa al traffico di droga.

A fondamento delle contestazioni  vi sono le conversazioni del 16 febbraio nel corso delle quali gli interlocutori fanno riferimento ad un agguato nei confronti di Ciro Marigliano. In particolare, il 16 febbraio è stato registrato un dialogo durante il quale  Francesco Pio Valda ha riferito ad un uomo, non meglio identificato, di un alterco con Ciro Marigliano, fratello di Stani (identificato in MARIGLIANO Stanislao) avvenuto il giorno precedente alle spalle del Rione Villa nel quartiere di San Giovanni. Francesco Pio Valda riferisce di aver dato cinque sei colpi nella macchina del Marigliano.

Nel prosieguo del racconto, Francesco Pio Valda ha riferito di essere stato contattato da quelli là dietro e, nello specifico, da Antonio trentotto (COZZOLINO Antonio, affiliato al clan D’Amico, cognato di SARTORI Gesualdo, in quel momento detenuto), che era irritato per l’azione realizzata da Francesco Pio Valda a casa “sua”, ossia nel territorio di San Giovanni a Teduccio. Sartori Gesualdo è indicato dagli inquirenti quale è reggente del clan D’Amico e referente del clan Mazzarella nell’area di San Giovanni a Teduccio. Francesco Pio Valda non curante delle parole di Antonio Trentotto, rappresentava che Ciro Marigliano, aveva il problema, sottolineando che in qualsiasi luogo lo avesse incontrato, avrebbe sferrato il suo attacco. Significativo che Francesco Pio Valda, sempre a proposito di Antonio Trentotto, ribadiva che, nel loro territorio, comandano loro (“stiamo noi qua”), così evidenziando la loro posizione di comando.

Il 18 febbraio è emersa un’ulteriore conversazione tra VALDA Francesco Pio e VENTIMIGLIA Pasquale, detto Lino Lino, durante la quale Francesco Pio ha riferito che quelli di San Giovanni (riferito agli appartenenti del clan D’Amico) avevano manifestato il loro rancore a causa di una lite con lo scemo di Gerozzo il piccolino, identificabile in Ciro Marigliano.

Nello specifico, VALDA Francesco Pio ha informato VENTIMIGLIA Pasquale che 3 e 8, soprannome con cui è noto COZZOLINO Antonio, si era rivolto ad “un nostro cugino” (poi identificato in RELLI Francesco, esponente clan Aprea e all’epoca sottoposto agli arresti domiciliari) asserendo di volere soddisfazioni, ovvero di volersi rivalere nei confronti di VALDA Francesco Pio ed APREA Emmanuel, affiliato al clan Aprea. VALDA Francesco Pio ha riferito a VENTIMIGLIA Pasquale che il loro cugino aveva ritenuto di non dare seguito alla predetta richiesta, asserendo: “è meglio che rimaniamo litigati con questi qua…invece che umiliarti.”

La seconda telefonata intercorsa tra VALDA Francesco Pio e il fratello detenuto, VALDA Luigi, ha consentito di arricchire la vicenda di ulteriori dettagli. Nello specifico, VALDA Francesco Pio ha riferito dell’aggressione sferrata contro uno, indicato come il moccioso Gerozzo o Scemo (MARIGLIANO Ciro). L’azione era stata condotta da VALDA Francesco Pio e da APREA Emmanuel. L’aggressione da parte di VALDA Francesco Pio ed APREA Emmanuel aveva suscitato il risentimento di coloro che comandano la zona di San Giovanni a Teduccio (clan D’Amico) i quali avevano rilevato lo sconfinamento in casa loro, ossia nel Rione.

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