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«Ha scavalcato il muro di cinta, la priorità è trovarlo», così è scappato Pippotto

Evaso dal carcere l'ergastolano Domenico D'Andrea detto Pippotto
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Un detenuto napoletano è evaso dal carcere di Perugia. Sono in corso le ricerche da parte di tutte le forze dell’ordine in particolare nella zona di Capanne dove si trova la struttura detentiva. Impegnata anche la polizia penitenziaria. Si tratta di un ergastolano di Napoli: Domenico D’Andrea, originario di Piscinola, condannato per rapina e omicidio. L’allarme è scattato poco dopo le 13.30. L’uomo lavorava nelle portineria. In città è caccia all’uomo.

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D’Andrea è evaso approfittando della sua permanenza all’esterno dell’istituto dove stava svolgendo attività lavorativa.

«L’uomo era ammesso al lavoro ai sensi dell’articolo 21 dell’Ordinamento penitenziario nell’area esterna del carcere ed ha colto l’occasione per fuggire, presumibilmente, scavalcando una cinta bassa, vista anche l’esiguità del personale presente nei servizi esterni – spiega Fabrizio Bonino, segretario nazionale Sappe per l’Umbria – Una evasione frutto della superficialità con cui sono state trattate e gestite le molte denunce fatte dal sindacato sulle condizioni di sicurezza dell’istituto».

E’ prioritario catturare l’evaso Domenico D’Andrea

«Adesso è prioritario catturare l’evaso – aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sappe – ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria del carcere di Capanne. Nel 2020 si sono verificate nelle carceri italiane 81 evasioni da istituti penitenziari, 15 da permessi premio, tre da lavoro all’esterno, otto da semilibertà e 13 mancati rientri di internati. Serve un potenziamento dell’impiego di personale di polizia penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna e dei presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’esecuzione penale esterna – per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel corpo di polizia penitenziaria».

Anche il Sarap, attraverso il segretario Roberto Esposito, ha più volte lanciato l’allarme sulla poca sicurezza all’interno delle carceri italiane e sulla necessità di aumentare l’organico. “C’è poco personale all’interno degli istituti penitenziari, siamo allo stremo”, dichiara Esposito.

 

Chi è il detenuto scappato

Domenico D’Andrea, un tempo baby gangster conosciuto col nome di “Pippotto”, ha avuto la condanna per l’omicidio di Salvatore Buglione, l’ edicolante di via Pietro Castellino. Senza attenuanti per la sua storia deviata, lui, capo di una banda che rapinava motorini al Vomero e all’ Arenella quand’ era appena un adolescente. Decine di rapine, una lunga corsa verso il baratro, a 13 anni ferito a una gamba da un carabiniere. Condannato per omicidio volontario con l’aggravante dei motivi futili e abbietti. Mille euro. La rapina di Pippotto e degli altri tre imputati finì col colpo di coltello al cuore dell’ edicolante perché lui reagì.

Pippotto ha sempre raccontato di essere stato alla guida dell’ auto, ma di non essere sceso mentre i suoi complici aggredivano e poi uccidevano Buglione.

Ora D’Andrea è ricercato in tutta Italia a seguito della sua clamorosa evasione.

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