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Il dramma dell’allenatore Sven Goran Eriksson: “Ho un cancro terminale, mi resta un anno di vita”

sven goran eriksson
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“Ho una malattia grave. Nel migliore dei casi un anno, nel peggiore molto meno. Impossibile dirlo con esattezza, quindi è meglio non pensarci”. L’annuncio shock è dell’ex allenatore Sven Goran Eriksson, 75 anni, che ha raccontato della sua malattia alla radio svedese P1, notizia ripresa dalla Bbc.

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Sven Goran Eriksson fa “coming out” sulla malattia, chi è l’allenatore svedese che ha lasciato il segno anche in Italia

Eriksson, alle spalle 42 anni di carriera da tecnico e manager, si è dimesso dal suo ultimo ruolo di direttore sportivo nel club svedese Karlstad 11 mesi fa a causa di problemi di salute. E’ stato il primo commissario tecnico straniero dell’Inghilterra (dal 2001 al 2006).

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In Italia ha allenato Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio. Sulla panchina biancoceleste le stagioni più belle, con la vittoria dello storico Scudetto nel 2000, poi una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa delle Coppe. Eriksson negli anni Ottanta è stato uno degli allenatori più innovativi d’Europa, portando il Benfica a vincere tre titoli nella massima serie portoghese e un secondo posto in Coppa dei Campioni (finale pers contro il Milan di Sacchi nel 1990 a Vienna) prima di guidare la Lazio al secondo e più recente trionfo in Serie A nel 1999-2000.

Eriksson aveva preso il posto di Kevin Keegan come allenatore dell’Inghilterra nel gennaio 2001, assumendo la guida della cosiddetta generazione d’oro del paese, l’etichetta assegnata a un gruppo di giocatori che prosperavano nei loro club. Nonostante la ricchezza di talenti su cui fare affidamento, tra cui David Beckham, Steven Gerrard, Paul Scholes, Michael Owen e Wayne Rooney, Eriksson è stato eliminato ai quarti di finale ai Mondiali del 2002 e 2006, nonché agli Europei del 2004. La sua carriera da quando ha lasciato l’incarico con l’Inghilterra ha visto periodi al Manchester City e Leicester, oltre a periodi alla guida delle squadre nazionali di Messico, Costa d’Avorio e Filippine.

“Dovrò combattere la malattia il più a lungo possibile, ingannando il cervello”

L’allenatore svedese ha poi proseguito nel corso del suo intervento alla radio svedese P1: “Tutti vedono che ho una malattia che non fa bene, e tutti suppongono che sia un cancro, e lo è. Ma devo combatterla il più a lungo possibile. So che nel migliore dei casi ho circa un anno, nel peggiore dei casi anche meno. O nel migliore dei casi suppongo anche di più. Non credo che i medici che ho a disposizione possano essere del tutto sicuri, non possono mettere un giorno. È meglio non pensarci. Devi ingannare il tuo cervello. Potrei andare in giro a pensarci tutto il tempo e sedermi a casa ed essere infelice e pensare di essere sfortunato e così via”.

“Ero completamente sano, poi sono crollato, sono svenuto e sono finito in ospedale – ha concluso l’ex ct –. Dopo un consulto medico ho scoperto di avere avuto in ictus e che avevo già un tumore. Non so da quanto tempo, forse un mese, forse un anno. Si è scoperto che avevo il cancro ma il giorno prima avevo corso cinque chilometri. È venuto dal nulla. E questo ti rende scioccato. Non sento grandi dolori. Ma mi è stata diagnosticata una malattia che puoi rallentare ma che non puoi operare. Quindi è quello che è”.

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