Home Cronaca Inchiesta Prisma, rinviata l’udienza preliminare del processo contro la Juventus

Inchiesta Prisma, rinviata l’udienza preliminare del processo contro la Juventus

Inchiesta Prisma, rinviata l'udienza preliminare del processo contro la Juventus
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L’udienza preliminare è stata ufficialmente rinviata al 10 maggio: la decisione arriva dopo la sospensione per le valutazioni sulle richieste delle parti civili che sono state depositate oggi. Una trentina di piccoli azionisti, tramite il Codacons, si sono costituiti parte civile per chiedere i danni alla Juve.

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Dunque è stata fissata una nuova udienza in modo che per quella data i legali del club bianconero potranno leggere la richieste delle parti civili e lo stesso gup, Marco Picco, potrà decidere se accogliere le loro richieste. Sempre il 10 maggio si dovrebbe affrontare pure la questione della competenza territoriale del processo e in quella sede il gup si esprimerà.

L’inchiesta sui conti della Juventus è arrivata in un aula stamattina. Davanti al giudice Picco era iniziata l’udienza preliminare dopo la richiesta di rinvio a giudizio per Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene, Fabio Paratici, il legale Cesare Gabasio e altri sei ex vertici bianconeri formulata dalla procura di Torino.

I REATI IPOTIZZATI

Agli ex dirigenti del club vengono contestati, a vario titolo, i reati di falso in bilancio, aggiotaggio informativo, ostacolo alla vigilanza e dichiarazione fraudolenta. L’aggiotaggio informativo si sarebbe concretizzato attraverso le false informazioni fornite al mercato relativamente ai risultati di bilancio e alle manovre stipendi, con le quali, secondo l’accusa, la Juventus aveva rappresentato un maggiore risparmio sugli stipendi sapendo invece che esistevano già accordi per un semplice posticipo incondizionato nelle annate successive senza possibilità di evitare il pagamento. Proprio sulla comunicazione ai mercati che si gioca una partita importante tra difesa e accusa.

Sotto l’occhio dei magistrati sono finite le plusvalenze “fittizie” con lo scambio di giocatori, anche giovanissimi, a prezzi ritenuti gonfiati e le due “manovre stipendi” decise in seguito alla pandemia Covid. La diffusione del virus divenne, secondo i pm della Procura, una “opportunità” e una “copertura formale” dietro la quale nascondere i reali motivi di una “allarmante situazione economica, patrimoniale e finanziaria” che negli ultimi anni ha portato l’azionista di maggioranza Exor a dare 700 milioni di euro per gli aumenti di capitale.

 

 

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