Incredibile. E’ la parola che viene in mente leggendo la notizia rilanciata dai colleghi di Genova quotidiana. E’ l’unica parola capace di descrivere ciò che sta caratterizzando le settimane dopo il disastro di Genova (qui un video che vi abbiamo diffuso). E’ tutto incredibile. Eppure è tutto vero. La narrazione che proviamo ad offrirvi è accompagnata da denti stretti e amaro in bocca. Dopo il crollo del Ponte Morandi, l’Italia si è riscoperta oltremodo vulnerabile. Ma non solo. Si è ricoperta triste, scura in volto. Perché il ponte ha trascinato via con se 43 persone, strappandole al domani e all’affetto dei loro cari.
C’è da dire che il peggio, se vogliamo, si pensava potesse essere il selfie scattato a pochi metri dalle bare, durante i funerali di Stato, con protagonisti Matteo Salvini e la parente di una delle vittime. Ma, si sa, al peggio non c’è mai fine. Ecco, allora, che in città cominciano ad arrivare flotte di turisti. Persone interessate, però, al disastro. O meglio, gente interessata a fotografarsi col disastro alle spalle. Li potremmo definire turisti del disastro, appunto. Non sono una novità, purtroppo. Li ricorderete anche sull’Isola del Giglio, con la Concordia che ancora sputava cadaveri. Incredibile, oggi come allora.
