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Incubo finito per Alfredo Aprovitola, dopo 12 anni la Cassazione mette la parola fine alle accuse

alfredo aprovitola
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Fine dell’incubo per Alfredo Aprovitola, noto commercialista di Giugliano. La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso della Procura Generale di Napoli contro il dissequestro dei beni disposto dopo la sentenza di Appello, con cui Aprovitola fu assolto. La storia parte da lontano, ma grazie ai suoi legali, gli Avv. Mario Griffo e Giulia Buongiorno, dopo 12 anni Aprovitola e la sua famiglia possono finalmente chiudere il loro capitolo con la giustizia

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Nel settembre 2020 Aprovitola fu condannato in primo grado a 7 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dei fratelli Froncillo. Questi ultimi, nelle more divenuti collaboratori di giustizia, sostenevano che Aprovitola, in ragione non meglio specificati legami con il clan Mallardo, avrebbe imposto (titolari di un bar ubicato in un immobile dell’Aprovitola) la fornitura del caffè Seddio (etichetta la cui titolarità sarebbe riferibile alla consorteria Mallardo, come dimostrato da diverse sentenze irrevocabili).

Dopo la condanna di primo grado, Aprovitola subì il sequestro dell’intero patrimonio, del valore di diversi milioni di euro. La Corte di Appello di Napoli, con sentenza del 10/3/2022, assolse Aprovitola concludendo, in accoglimento delle argomentazioni difensive, che in realtà il soggetto estorto era stato proprio Aprovitola. Infatti era stato quest’ultimo a patire la imposizione del caffè Seddio in quanto il vero titolare del bar (soltanto co-gestito dai Froncillo) era proprio Aprovitola. Al riguardo, la Corte di Appello di Napoli ha dichiarato inattendibili le dichiarazioni dei fratelli Froncillo contro Aprovitola. In pratica, un tale D’Alterio, esponente del clan Mallardo, si recava presso lo studio del Dr. Aprovitola e gli imponeva, in quanto reale titolare del citato esercizio commerciale, la fornitura del caffè Seddio, sebbene l’Aprovitola non la approvasse stante la pessima qualità del caffè ed il costo elevato dello stesso. Con la sentenza di assoluzione, dunque, ad Aprovitola sono stati restituiti tutti i beni.

Pochi giorni fa l’ultimo capitolo della telenovela. Infatti la Procura Generale di Napoli, tuttavia, ha proposto ricorso per Cassazione contro l’assoluzione in Appello, cercando di valorizzare alcune intercettazioni in realtà compiutamente analizzate dalla Corte di Appello di Napoli. Ed infatti la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura generale.

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