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Infermiera insultata e minacciata di morte da una mamma al Santobono: non voleva aspettare il proprio turno

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Ancora un’aggressione sanitaria al personale sanitario a Napoli, la 17esima nel territorio dell’ASL Napoli 1 e la 27esima tra Napoli 1 e Napoli 2 dall’inizio del 2023. A riportarlo, sulla propria pagina Facebook, l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate. 

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Insulti e minacce al Santobono, nuova aggressione al personale sanitario a Napoli

Di seguito, la testimonianza di un’infermiera, riportata da Nessuno Tocchi Ippocrate: 

“Sono un’infermiera e lavoro al pronto soccorso del Santobono e sono qui per raccontarvi dell’ennesima aggressione accaduta ieri pomeriggio al pronto soccorso. La signora, se così può essere definita, giunge come secondo accesso al nostro pronto soccorso nel giro di circa 3 giorni, la prima volta viene dimessa con diagnosi di gastroenterite e va a casa con una cura da dover fare, ieri giunge inviata dal pediatra di famiglia che, senza visitare il bambino, a telefono prescrive una radiografia del torace perché il bambino aveva tosse. La signora viene inviata dal pediatra di famiglia con diagnosi di polmonite e per ricovero urgente (senza nessuna carta scritta ma tutto fatto telefonicamente). Registro il bambino, prendo i parametri vitali i quali erano perfetti, valuto il bambino e somministro paracetamolo perché riscontro rialzo termico, febbre!
Comunico alla signora il codice colore, in questo caso verde, le spiego che nel referto della radiografia non parla di polmonite e che il pediatra doveva visitare quantomeno il bambino prima di inviarlo da noi senza fare diagnosi telefoniche e che l’attesa era di almeno 2 ore salvo codici prioritari (c’erano 32 bambini in attesa)”.

Le minacce in quanto contrariata dal colore del codice

La testimonianza prosegue: “La signora contrariata dal codice colore perché pretendeva l’accesso immediato si accomoda borbottando, subentrano gli altri mille parenti che la incoraggiano e la fomentano e qui inizia l’aggressione e iniziano le minacce. La signora si è sentita in dovere di minacciare di morte e di minacciare di aggressione fisica (ti aspetto qua fuori e ti uccido, rompo il vetro e ti spacco la faccia). Viene allertata la polizia che giunge sul posto nel giro di 10 minuti circa, la signora viene visitata dalla dottoressa con la presenza della polizia.
Si è proceduto con la denuncia d’ufficio.
Siamo stanchi, stanchi di lavorare così, stanchi di non essere tutelati da nessuno e di non essere rispettati. Siamo professionisti, vogliamo svolgere il nostro lavoro in maniera professionale ma così non ci viene permesso di farlo.
Chiediamo ancora una volta di essere tutelati, chiediamo per l’ennesima volta la presenza di un drappello della polizia di pomeriggio e notte, chiediamo ancora una volta di essere rispettati!!
Ogni giorno siamo costretti a lavorare così, a breve scapperemo tutti e non rimarrà più nessuno a lavorare e a salvare vite. Siamo stanchi perché viene usato il pronto soccorso in maniera impropria, non è un centro commerciale ma bensì un luogo in cui si deve andare se c’è urgenza o necessità imminente di cure. Esistono i pediatri di famiglia che hanno l’OBBLIGO di visitare il bambino anche se ha la febbre e non inviarlo in maniera impropria in pronto soccorso spaventando il genitore che riversa le sue paure e le sue ansie su di noi trasformandole in aggressioni.
SIAMO STANCHI!!!”

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