Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, sono 32 i casi confermati di infezione da virus West Nile in Italia. Di questi, 21 sono stati segnalati nel Lazio, in particolare nella provincia di Latina. Altri casi sono stati registrati in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Campania.
Il virus West Nile è endemico in Italia da diversi anni. Si trasmette principalmente tramite la puntura di zanzare infette, in particolare del genere Culex, che lo contraggono da uccelli selvatici, i principali serbatoi. Il virus può infettare anche altri animali, come cavalli, cani, gatti e conigli. Non si trasmette da persona a persona.
I sintomi
L’incubazione varia tra 2 e 14 giorni, fino a 21 nei soggetti immunodepressi. Circa l’80% delle persone infette è asintomatico. Mentre il 20% presenta sintomi lievi: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei.
Nei bambini prevale una febbre leggera, nei giovani: febbre moderata, mal di testa, occhi arrossati, dolori muscolari. E negli anziani e nei soggetti fragili i sintomi possono essere più severi. Meno dell’1% dei casi sviluppa forme gravi, con febbre alta, forti mal di testa, tremori, disturbi neurologici, fino a encefalite, paralisi o coma. In rari casi (1 su 1.000) l’infezione può essere letale.
Prevenzione
Anna Teresa Palamara a capo del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, sottolinea l’importanza della prevenzione contro le punture di zanzara e raccomanda di rivolgersi al medico in caso di febbre sopra i 38°C, specialmente se associata a eruzioni cutanee.
Ai medici viene raccomandato di valutare l’ipotesi di West Nile in presenza di sintomi compatibili e procedere con esami di laboratorio.