Racket all’inquilino, arrivata la sentenza con condanne ed anche assoluzioni per gli esattori del clan Mallardo. Alla sbarra sono finiti Pietro Tortorelli, Emanuele Piscopo, Vincenzo Fabio Poziello, Francesco Sarracino e Ada Livigni.
Il Giudice del Tribunale di Napoli ha condannato, a vario titolo, per estorsione ed armi aggravate dal metodo mafioso, assolvendo gli imputati dal reato di rapina, riconoscendo a tutti gli imputati le circostanze attenuanti generiche ed escludendo la recidiva:
⁃ Tortorelli Pietro: anni 4 mesi 8 di reclusione(difeso dall’avvocato Marco Sepe);
⁃ Emanuele Piscopo: anni 4 di reclusione (difeso dall’avvocato Alessandro Caserta e da Michele Giametta);
⁃ Poziello Vincenzo Fabio anni 4(difeso dagli avvocati Luigi Poziello e Dario Carmine Procentese);
⁃ Ada Livigni anni 2 mesi 2 di reclusione(difesa dall’avvocato Marco Sepe e Leopoldo Perone);
⁃ Sarracino Francesco anni 4 di reclusione (Avvocati Celestino Gentile e Rocco Ascanio)
“Siamo gli amici di Giugliano”
Si presentavano alle vittime come “gli amici di Giugliano” e con minacce più o meno violente costringevano le vittime a pagare il pizzo. Dalle indagini è emerso che il clan è stato chiamato ad intervenire per risolvere, con metodi intimidatori e violenti, la problematica insorta un soggetto e il proprietario dell’abitazione locata da quest’ultimo.
Il locatario aveva preso in fitto un immobile per 3 anni al costo di 14.000 euro all’anno da corrispondersi in dodici rate mensili di euro 1.200. Il locatario si era accordato con il proprietario nel senso che il primo avrebbe provveduto a far eseguire “alcuni lavori di manutenzione e ristrutturazione dell’appartamento (lavori relativi ad alcune perdite di acqua, rifacimento degli impianti elettrici, ristrutturazione delle balconate e sostituzione della porta di ingresso) ed il secondo se ne sarebbe accollato le spese scalando i relativi importi del canone di locazione.
I catenacci alla porta di casa
Nel gennaio del 2022 locatario venne tratto in arresto. Dopo il suo arresto aveva smesso di pagare il canone di locazione. Dopo un periodo di detenzione carceraria era rientrato a Giugliano in Campania nel maggio 2022 ed aveva trovato la porta di ingresso della sua abitazione chiusa con dei catenacci. In seguito aveva appreso che tali catenacci erano stati apposti dal proprietario dell’abitazione, il quale, non avendo più ricevuto il pagamento del canone di affitto, voleva che l’uomo lasciasse l’abitazione.
A seguito di tali fatti, il proprietario aveva intentato una causa di sfratto nei confronti del locatario. Al riguardo, è utile precisare che dagli atti della causa civile acquisiti al procedimento risulta che in data 17 gennaio 2023 il giudice del Tribunale di Napoli Nord aveva ordinato al locatario il rilascio dell’immobile, fissando per l’esecuzione la data del 1.4.2023. In seguito, all’udienza del 20.10.2023, era stata fissata per il prossimo .10.12.2024 l’udienza di discussione.
Gli esattori del clan Mallardo
È in questo scenario che si inquadrano le condotte poste in essere dagli indagati. Infatti, come riferito dal locatario nella denuncia nel gennaio 2023. Due giorni dopo il processo si erano presentati presso l’abitazione due soggetti di nome Gigiotto e Salvatore i quali, qualificandosi come esponenti dal clan Mallardo , avevano detto di agire per conto del proprietario ed avevano intimato di consegnare la somma di denaro di euro 20mila euro di abbandonare la casa, specificando che da quel momento avrebbe dovuto parlare solo con loro della questione. Dopo una quindicina di giorni, nel febbraio 2023, il soggetto presentatosi come Gigiotto era tornato dal locatario e rivolgendogli gravi minacce per costringerlo a liberare l’abitazione.
“O porti 20mila euro oppure te ne vai”
“O porti 20.000 euro a Nicola oppure te ne vai di casa” ed ancora “questa volta sto venendo io ma la prossima volta verranno altre persone. O te ne vai o ti facciamo saltare in aria o ti spariamo a te e alla tua compagna”. Queste le minacce rivolte alla vittima che ha denunciato tutto agli inquirenti.
In seguito, nel mese di giugno 2023, si erano presentati a casa della vittima altri tre soggetti. Dopo che questo gli aveva raccontato di aver già ricevuto la visita di altri soggetti presentatisi quali esponenti del clan Maliardo, uno gli aveva detto che da quel momento chiunque si fosse presentato avrebbe dovuto parlare con lui.