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Intervento da record al Cardarelli, asportato tumore di 20 chili a una paziente di 64 anni

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Intervento salvavita al Cardarelli di Napoli. I chirurghi del Centro Trapianti di fegato e Chirurgia oncologica hanno rimosso, ad una paziente di 64 anni, un tumore di 20 chili e circa 70 cm di diametro.

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Tumore diagnosticato alla paziente una settimana fa. Sette giorni fa anche la pianificazione dell’intervento. Una massa addomino-pelvica di dimensioni enormi. «La paziente era molto spaventata dal Covid. Per questo ha rinunciato ad ogni tipo di controllo, nonostante i sintomi», spiega Giovanni Vennarecci, direttore del Reparto Chirurgia epatobiliare e Trapianto di fegato. «Nei mesi il gonfiore è aumentato sempre più, sino a quando la donna si è finalmente convinta ad andare dal ginecologo». Con la visita è arrivata una prima diagnosi.

Intervento al Cardarelli di Napoli

Residente a Firenze, ma originaria della Campania, la donna ha scelto di farsi ricoverare e operare al Cardarelli. Assieme a Vennarecci, in sala operatoria sono intervenuti i chirurghi Giuseppe Arenga e Donatella Pisaniella. Un intervento reso complesso ed estremamente rischioso dalle dimensioni della massa e dall’età della paziente. «Tutto è andato nel migliore dei modiconclude Vennarecciora dovremo vedere cosa ci dirà l’esame istologico».

A rendere possibile l’operazione anche l’organizzazione di percorsi sicuri e di protocolli Covid messi in campo dalla direzione strategica. «L’esempio di un’attività straordinaria che non si è mai fermata nonostante la pandemia», commenta il direttore generale del Cardarelli, Giuseppe Longo. «Il Cardarelli aggiunge è infatti un’azienda ospedaliera di riferimento a livello regionale e nazionale. Un’azienda che non ha mai smesso di erogare prestazioni in emergenza-urgenza neanche nei giorni più duri della pandemia». Sulla stessa linea le parole del direttore sanitario Giuseppe Russo, che ha sottolineato la particolarità dell’intervento realizzato. Ma anche «l’ordinaria straordinarietà del lavoro messo in campo da tutto il personale». Risultato, dice Russo, «possibile solo quando di fondo c’è una grande professionalità e un’abnegazione totale al paziente».

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