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Le dediche al fratello e le offese ai pentiti, i post sui social di Giarnieri

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«Agli infami il peggior male, ai detenuti buon Natale». Questa frase e altre simili campeggiano in bella mostra sui profili social di Antimo Giarnieri, il 18enne ucciso la scorsa notte a Casoria. Frasi e post contro i collaboratori di giustizia e che inneggiano alla malavita e al lusso e allo sfarzo garantito dalla vita facile del ‘sistema’. Elementi che confermano quanto trapelato nelle scorse ore da ambienti investigativi e relativi alle ‘cattive amicizie’ del giovane. Diverse invece le foto e le dediche per il fratello Vittorio, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul gruppo delle ‘nuove leve del clan dei Casalesi”. Un gruppo che, con il placet della fazione Bidognetti, mirava ad espandersi, a suon di attacchi dinamitardi, non solo nel territorio casertano ma anche nell’area giuglianese.

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Le indagini sulla morte di Giarnieri e la pista dello ‘sgarro’

Uno ‘sgarro’ fatto a chi ha deciso di vendicarsi in maniera eclatante. Un affronto a chi, forse, del ‘sistema’ fa parte. E’ questa la pista maggiormente seguita dagli inquirenti chiamati a delineare i contorni del delitto di Antimo Giarnieri. Le indagini  affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna e della sezione operativa della compagnia di Casoria. A spingere verso questa direzione la modalità dell’omicidio di Antimo: un agguato vero e proprio mentre era in compagnia di due suoi amici, uno dei quali, S.C., rimasto lievemente ferito. Nessuno di loro, finora, ha saputo fornire indicazioni utili ai carabinieri. Da quanto emerso ad agire due persone, arrivate nella zona a bordo di un’auto, che hanno esploso all’indirizzo dei quattro ben sette colpi (calibro 7,65) uccidendo Giarnieri praticamente sul colpo.

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Antimo morto nel trasporto in ambulanza

La pista più seguita è quella dunque dello sgarro in ambienti collaterali alla malavita. La zona rientra nell’area di competenza della Vanella Grassi e del gruppo Tortora-Tuccillo. Inutile il trasporto all’ospedale San Giovanni Bosco: Antimo era già morto durante il trasporto in ambulanza. Alcuni rumors hanno confidato di alcune liti avvenute nella zona tra giovani di opposte fazioni. Liti in cui, e il condizionale è d’obbligo, potrebbe essere incappato anche Antimo che, come confermato da fonti vicine ai carabinieri, si accompagnava a soggetti poco raccomandabili. Anche suo fratello Vittorio vanta precedenti con la giustizia. Quest’ultimo fu condannato nell’ambito dell’inchiesta sul gruppo delle ‘nuove leve del clan dei Casalesi”. Un gruppo che, con il placet della fazione Bidognetti, mirava ad espandersi, a suon di attacchi dinamitardi, non solo nel territorio casertano ma anche nell’area giuglianese.

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