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Le mani del clan sulla prostituzione, Lisetta è la sorella di un ex fedelissimo del boss

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Tra San Giovanni a Teduccio e piazza Mercato è conosciuta con il soprannome ‘Lisetta’. Nell’ambiente transgender è invece nota per essere la portabandiera dei diritti delle minoranze e della battaglia contro l’omofobia nonchè promotrice del concorso ‘Miss trans Campania’. Per la magistratura partenopea invece Annalisa Improta (54enne di vico Catari nonchè sorella di Giovanni Improta ‘Provolone’, ex fedelissimo del boss Vincenzo Mazzarella ucciso in un agguato di camorra) era il vertice dell’organizzazione sgominata ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Poggioreale che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Napoli a carico di 8 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione e all’usura e di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Ad incastrare ‘Lisetta’ le intercettazioni ricavate da una cimice nella sua auto.

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I membri del gruppo, secondo la Procura gestiti direttamente dall’Improta, quotidianamente controllavano i trans che si prostituivano nella zona ai quali avevano assegnato una postazione fissa, controllandone gli spostamenti e gli orari, imponevano con violenza e minaccia il pagamento di 30 euro al giorno: la somma necessaria per esercitare ‘la professione’. La donna, come si evince dall’ordinanza di custodia cautelare, era al vertice del gruppo.

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