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Liste d’attesa infinite per una visita ed esami in ritardo, la Corte dei Conti indaga sulla sanità campana

Liste d'attesa
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Quanto bisogna aspettare in Campania per veder soddisfatto il proprio bisogno di cure? La Corte dei Conti vuole approfondire come mai nella regione spesso si debba aspettare mesi per poter effettuare un esame medico. Le liste d’attesa sono sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati che, partendo da una semplice analisi online attraverso i siti delle ASL campane e degli ospedali, hanno deciso di approfondire la situazione.

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LISTE D’ATTESA NEGLI OSPEDALI CAMPANE, L’INDAGINE DI REPUBBLICA

Secondo un’indagine di Repubblica, per una flussimetria nel reparto di Urologia dell’ospedale Cardarelli: 120 giorni di attesa. Al San Giovanni Bosco solo il 18,2 per cento dei ricoveri in Chirurgia generale rispetta i tempi massimi di attesa previsti per i casi clinici più seri. Per un malato di tumore al polmone da ricoverare al Pascale ci vogliono 85 giorni. Il 90% delle prestazioni dovrebbe essere erogato nei tempi previsti, che variano a seconda dell’urgenza. Come se non bastasse, i magistrati hanno scoperto che, nonostante gli obblighi di trasparenza, alcuni link di aziende sanitarie sulle liste d’attesa non sono funzionanti.  alcuni dei dati disponibili sui portali delle singole aziende sanitarie. Per Cardarelli e ASL 1 i dati fanno riferimento al 2019, per il Pascale al 2022. Sul caso si sono attivati i magistrati Ferruccio Capalbo e Raffaella Miranda. In base ai primi elementi raccolti in maniera autonoma, hanno chiesto relazioni e tabelle a Regione Campania, Aziende sanitarie locali e ospedali. Il periodo temporale preso in considerazione è quello relativo al 2017-2019, dunque prima del caos scatenato dalla pandemia da Covid-19, quando molte prestazioni si sono purtroppo interrotte in virtù dell’emergenza.

IL PIANO NAZIONALE DELLE LISTE D’ATTESA

Secondo il piano nazionale delle liste d’attesa, sancito da un accordo tra Stato e Regioni nel 2019, sono state definite delle prestazioni sentinella con precisi tempi da rispettare nelle liste di attesa. I cittadini hanno diritto alla prestazione entro i termini prescritti, altrimenti qualcosa non quadra e la sanità regionale deve risponderne. Ad esempio, per i ricoveri o altre prestazioni, vi sono delle scale di urgenza che prevedono tempi massimi di attesa a seconda dell’urgenza del trattamento.

LA CAMPANIA ESCE DOPO 10 ANNI DI COMMISSARIAMENTO

In Campania nel 2017 è stato istituito un apposito “Nucleo tecnico di supporto alla struttura commissariale” per le liste di attesa. E nel 2019 sono stati previsti fondi dedicati per il monitoraggio delle liste d’attesa e per istituire un Centro unico di prenotazione regionale: il Cup. Doveva entrare in funzione entro la fine del 2020, se ne discute ancora in questi giorni. Servirebbe ad accentrare la disponibilità di posti letto e prestazioni di aziende pubbliche e private accreditate in modo da velocizzare i tempi. Evitando ad esempio prenotazioni contemporanee dello stesso utente che ingolfano il sistema. Basterà? Intanto l’indagine punterebbe anche a capire se la Regione ha tenuto conto delle liste d’attesa nella valutazione dei direttori di Asl e ospedali. Ora gli esiti di tutti questi accertamenti dovrebbero finire nella verifica annuale del bilancio regionale, la cosiddetta “parifica”: udienza prevista il 15 novembre.

 

 

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