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“Lo Stato deve essere più presente”, le parole di Don Manganiello e del prefetto di Napoli dopo il duplice omicidio al Don Guanella

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Nel quartiere Miano, a pochi metri dal rione di Don Manganiello, si è consumata l’ennesima sparatoria (tra Scampia e Secondigliano). Due persone, Pasquale Torre e Giuseppe Di Napoli, sono state uccise a colpi d’arma da fuoco. Secondo le prime informazione si tratta di agguato di Camorra. ”Stavamo organizzando la nostra solita partita di calcetto, quando ad un certo punto la nostra attenzione viene rubata dal forte rumore delle sirene delle forze dell’ordine. Solo dopo abbiamo capito che si trattava dell’ennesima sparatoria. A trecento metri dalla mia parrocchia, tra l’isolato 1 e 2”. Don Manganiello, è ritornato a Scampia dopo 10 anni. Da sempre in prima linea per combattere la camorra con  le armi della cultura,  del dialogo e dell’inclusione.

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”E’ difficile raccontare ai miei ragazzi cosa è successo, ma lo farò oggi. Sono ritornato in questa terra per loro, e  per le tante persone per bene che possono migliorare questo quartiere. Lavorare in questo non è facile. Non importa se sei cristiano o sei altro. Mattone dopo mattone, ognuno può fare la sua parte”.

Le parole del prefetto di Napoli

«Ci sono due sodalizi mafiosi» «Oramai ci sono due sodalizi mafiosi e una bassa camorra che domina sotto il profilo di presenza sul territorio», ha aggiunto il prefetto sottolineando che le faide tra clan sono riprese per il dominio assoluto delle piazze di spaccio della droga. «È indispensabile rafforzare i sistemi di vigilanza delle zone maggiormente critiche, da Ponticelli a Miano, da Secondigliano a Scampia, ma non è immune dalla criminalità neanche il centro della città», dice Palomba. «Nella lotta alla camorra è fondamentale il controllo del territorio».

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