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Luci sempre accese e divieto di fumo, come potrebbe cambiare la vita nel carcere in Italia

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(ANSA) – BOLOGNA, 15 LUG – Dagli interruttori nelle celle, dove la luce è accesa 24 ore su 24, all’accesso al lavoro dentro al carcere, da regolamentare secondo la legge, al rispetto del divieto di fumo, spesso violato. Se la qualità della vita nell’istituto penitenziario di Bologna sarà migliore, almeno un po’, per tutti i detenuti, lo si deve a un ergastolano che con pazienza ha messo in fila una serie di punti per dire cosa non funziona e a un giudice che l’ha preso sul serio, verificando le segnalazioni e chiedendo alla direzione di intervenire, dove le norme lo consentono.
Il detenuto è Andrea Rossi, commercialista bolognese all’ergastolo per l’omicidio di Vitalina Balani, del 2006. Nei giorni scorsi il suo reclamo, presentato dall’avvocato Gabriele Bordoni, è stato in parte accolto dal magistrato di Sorveglianza Susanna Napolitano, che ha indicato al carcere alcuni adempimenti. Questione su cui si chiede di intervenire “con particolare urgenza”, è l’accesso al lavoro interno per chi frequenta il polo universitario.

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