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Scacco all’Alleanza, la ‘profezia’ dell’ex boss di Forcella:”Quel potere selvaggio che viene da Secondigliano”

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Fu il primo a intuirne le capacità e soprattutto le possibilità criminali. Fu il primo a capire che Eduardo Contini e Patrizio Bosti non erano come gli altri, criminalmente parlando avevano una marcia in più. Come Gennaro Licciardi ‘a scigna, fondatore dell’omonimo gruppo della Masseria Cardone e cofondatore del maxi cartello conosciuto come ‘Alleanza di Secondigliano’ comprendente appunto il suo clan, i Contini del Vasto-Arenaccia e i Mallardo di Giugliano. Un maxi gruppo che in poco tempo arrivò a conquistare mezza Napoli, frutto di un’intuizione di Licciardi che, memore dell’ascesa e poi della caduta di Raffaele Cutolo e della sua Nco, aveva capito che l’unione fa la forza e che quindi era più che mai necessario costruire una comunanza di intenti basata su un potere militare ed economico senza eguali. Una caratteristica da sempre riconosciuta all’Alleanza, più che un clan una holding e vera espressione di quella criminalità globalizzata i cui tentacoli si allungano in ogni parte del mondo. Una ‘piovra’ compresa dall’ex re di Forcella che una volta ebbe a dire di temere «quel potere selvaggio che viene da Secondigliano». Giuliano sapeva benissimo che dietro quella maxi alleanza si celevano menti criminali vere e proprie, personaggi che sapevano usare, oltre alle pistole, anche la testa.

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