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Camorra di Pianura, oltre un secolo e mezzo di carcere per i Calone-Esposito-Marsicano

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Oltre un secolo e mezzo di carcere. Questa la sentenza emessa oggi dal tribunale di Napoli (16esima gup) al termine di un procedimento giudiziario celebrato con il rito abbreviato per i ras del clan Calone-Esposito-Marsicano, gruppo di Pianura e in guerra da mesi con i rivali dei Carrillo-Perfetto. Una vera e propria mazzata per i protagonisti della stagione di sangue culminata con l’omicidio di Andrea Covelli (per il quale al momento non ci sono indagati). I componenti dei due gruppi furono arrestati nel corso di un maxi blitz la scorsa estate. Tra le condanne più pesanti quella per Emanuele Marsicano per il quale sono stati decretati 16 anni a fronte però di un’iniziale richiesta di 24. E’ andata meglio al boss Carlo Esposito (difeso dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Luca Mottola) che ha rimediato 15 anni a fronte però di una richiesta della Dda di 22. Gli altri capi del gruppo di via Provinciale Napoli, Salvatore e Antonio Calone hanno rimediato 8 e 14 anni.

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Tre anni e sei mesi invece per Antonio Carrillo e Mattia Perfetto a capo del fronte opposto. Tra le altre condanne vi sono poi 10 anni per Paolo Ciotola, 10 anni Fabio De Mari, tre anni Emiddio Di Matteo, due anni e otto mesi Cesare e Francesco Divano, 10 anni per Manuel Antonio Lopes, cinque anni Antonio Frongillo,9 anni e quattro mesi Angelo Marasco, 10 anni Ciro Marsicano, quattro anni Veronica Mazzanti, 8 anni Simone Trimarco, 8 anni Fabio Minopoli, 10 anni Luca Salemme, due anni e otto mesi Pasquale D’Anna e quattro anni Giuseppe Zaccaria.

Il blitz contro il clan di Pianura lo scorso luglio

Il blitz scattò lo scorso luglio a carico di 29 persone arrestate dagli agenti della squadra mobile di Napoli. Le accuse contestate agli indagati erano, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, detenzione e porto di armi da fuoco, associazione finalizzata al traffico ed alla distribuzione di sostanze stupefacenti, tutti aggravati dal metodo mafioso. Le indagini furono avviate a seguito del ferimento di due persone, fatti avvenuti nei mesi precedenti. Gli investigatori accertarono in quell’occasione la nascita e l’ascesa del nuovo gruppo criminale che si sarebbe contrapposto per il controllo delle attività illecite ad un’altra compagine.

 

 

 

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