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Maltrattamenti sui bimbi in provincia di Napoli, arriva la sentenza d’Appello per due maestre

Maltrattamenti sui bimbi in provincia di Napoli, arriva la sentenza d'Appello per due maestre
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Si è concluso in processo d’Appello per le due maestre accusate di aver maltrattato alcuni bambini di una terza elementare in una scuola di Gragnano. I giudici di Secondo Grado hanno assolto Maria Laura Riccardi (condannata in primo grado a 4 mesi, pena sospesa) mentre per Elisa Bonardi c’è stata la conferma della condanna inflitta in primo grado a a due anni di reclusione per maltrattamenti aggravati ai danni di più minori

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Riconosciuto il pagamento delle spesi legali nei confronti delle parti civili costituite, gli avvocati Roberto Attanasio, Francesco Schettino e Daniele Ionà per conto di 4 degli 11 bambini individuati come parti offese. In tanti, sottolinea il giudice, hanno scelto di non costituirsi, nonostante i video delle violenze fossero espliciti.

Uno dei bambini chiedeva praticamente tutti i giorni di non andare a scuola. Il bimbo se la faceva letteralmente addosso, un’incontinenza per la quale i genitori si erano rivolti a degli specialisti ed era finito in cura. Dopo le indagini, quei genitori hanno scoperto che erano disturbi causati dalla paura della maestra. Come ha riferito il papà in udienza, il bimbo voleva evitare «un’altra giornata ad Alcatraz». La scuola, per quel bambino, era diventata una reclusione.
Uno dei bambini era bersaglio degli insulti e dei maltrattamenti. Libri in testa, schiaffi al volto o dietro la nuca, insulti e minacce di ogni genere che «i video crudi» hanno raccontato in maniera esplicita. «Non capisci mai niente», «Sei scemo, se sbagli mo abbuschi», «T’accir proprio», «Non sei degno di stare insieme agli altri» alcune delle frasi pronunciate nei suoi confronti. A sorprendere anche il momento scelto: quando la classe era in totale silenzio. «Sproporzionati mezzi di pressione, impietosi atti di mortificazione» scrive il giudice per raccontare quei momenti, sottolineando la «gratuità delle azioni violente, ai danni di soggetti indifesi e silenziosi». «Umiliazioni plateali e insulti tali da non poter essere qualificati mezzi di correzione»

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