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Morte Vannini, in un audio le ultime parole di Marco: “”Ti prego basta mi fa male, portami il telefono”

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Ti prego basta mi fa male, portami il telefono“. Sarebbero queste le ultime parole pronunciate da Marco Vannini la sera del 17 maggio 2015. L’elaborazione dell’audio registrato dal 118 durante la drammatica telefonata di Antonio Ciontoli ha rivelato la sofferenza del giovane tragicamente morto la notte del 17 maggio a Ladispoli.

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Un team di esperti italiani e statunitensi ha ricostruito, eliminando i rumori di fondo, le ultime parole ‘note’ di Marco. L’audio, che è stato rivelato da “Quarto Grado“, prosegue con le disperate richieste di soccorso di Marco Vannini. “Dov’è il telefono, portamelo, portami il telefono”, implora, “mi fa male il braccio“.

Si tratta di una vicenda giudiziaria che ha fortemente scosso l’opinione pubblica. Era il 17 maggio del 2015 quando Marco trovò la morte nella villetta della fidanzata Martina Ciontoli. Una serata come tante che si trasformò in tragedia. Intorno alle 23, Marco sarebbe stato colpito mortalmente nella vasca da bagno. A sparare fu Antonio Ciontoli, padre di Martina: “Stavamo giocando con le pistole, mi aveva chiesto di vederle. Ho caricato ed ho sparato perché pensavo fosse scarica“, ha affermato l’uomo in aula.

Da quel momento una serie di ‘errori’ porteranno Marco Vannini alla morte. Le telefonate al 118, le omissioni e le bugie al personale medico e un’attesa di oltre un’ora prima di giungere al Pit di Ladispoli saranno fatali al 20enne. Tra gli aspetti più controversi della vicenda ci sono le bugie al 118 e una ricostruzione che, per forza di cose, si basa sulle dichiarazioni della famiglia Ciontoli. Solo all’arrivo al Pit, dopo quasi due ore dal ferimento, Antonio Ciontoli confesserà di aver esploso un colpo d’arma da fuoco. Marco Vannini muore alle 3.10 di notte mentre si trova sull’eliambulanza.

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