Home Cronaca Maurizio Costanzo scopritore di talenti, lanciò Luciano De Crescenzo a Bontà Loro

Maurizio Costanzo scopritore di talenti, lanciò Luciano De Crescenzo a Bontà Loro

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Maurizio Costanzo è morto a 84 anni. Una vita dedicata al piccolo schermo, di cui si può confermare sia stato il più grance ‘anchorman’ del territorio nazionale, è stato un grande innovatore del linguaggio della comunicazione, sapendo spaziare dal giornalismo della carta stampata alla televisione.

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Giornalista, conduttore televisivo e radiofonico, produttore, sceneggiatore, paroliere, autore teatrale, scrittore, consulente per la comunicazione nonché scopritore di talenti, è stato un pilastro della tv italiana al pari di Mike Bongiorno, Corrado, Enzo Tortora, Pippo Baudo e Raffaella Carrà, per citarne alcuni.

Quando Costanzo scoprì e lanciò Luciano De Crescenzo a Bontà Loro

Sono stati i salottini tv, i più ambiti della televisione italiana, a decretare la fama di Maurizio Costanzo, re delle seconde serate, prima in Rai e poi in Mediaset. Prima con ‘Bontà loro’, primo talk show televisivo di grande audience andato in onda dal 1976 al 1978, salvo poi dividersi in due ‘sottotalk show’, Acquario e Grand’Italia.

E poi l’approdo al suo ‘Maurizio Costanzo Show’ dal teatro Parioli in Roma, di cui è stato anche direttore artistico. Esperienza che, scontando anche una dura polemica con il predecessore Gigi Proietti, ha ripetuto anche al teatro Brancaccio.

Proprio a partire da Bontà Loro, Costanzo, in qualità d scopritore di talenti, lanciò nel mondo della televisione e dello spettacolo numerosi personaggi che sarebbero poi diventati famosissimi. Uno di questi fu Luciano De Crescenzo, il famoso scrittore, attore e regista napoletano che deve proprio a Maurizio Costanzo la sua ascesa al successo. Nel 1977, infatti, De Crescenzo fu invitato da Costanzo nel salottino di Bontà Loro: allora era un semi-sconosciuto ingegnere all’IBM che aveva scritto un libro, ‘Così parlò Bellavista’, e che aveva avuto un successo non indifferente.

Il successo di De Crescenzo, alla soglia ormai dei cinquant’anni, fu testimoniato proprio dalla partecipazione al salottino di Costanzo, in cui racconta di aver voluto scrivere un libro non tanto umoristico quanto filosofico, proponendo la propria idea di “napoletanità”, ossia l’arte di sdrammatizzare gli eventi della vita di tutti i giorni che può essere, a sua detta, tipica dei napoletani ma anche dei non napoletani.

De Crescenzo, dopo l’invito in puntata da parte di Costanzo, può quindi scegliere di dedicarsi solo alla carriera di autore, abbandonando definitivamente la precedente professione di ingegnere all’IBM. Da quel libro, che avrà poi successo in tutto il mondo, ne verrà tratto anche l’omonimo film di successo del 1984.

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